Voti in cambio di favori, indagati Alfieri e il sindaco Coppola - Le Cronache
Attualità Agropoli

Voti in cambio di favori, indagati Alfieri e il sindaco Coppola

Voti in cambio di favori, indagati Alfieri e il sindaco Coppola

di Andrea Pellegrino Un intreccio tra politica e criminalità organizzata. Sotto i riflettori l’attività amministrativa dell’ex primo cittadino di Agropoli, Franco Alfieri e dell’attuale sindaco Adamo Coppola. Entrambi sono finiti sul registro degli indagati con l’accusa di scambio politico elettorale. Ieri mattina le loro abitazioni, lo studio legale di Alfieri e gli uffici comunali di Coppola sono stati perquisiti dalla Dia di Salerno, coordinata dal tenente colonnello Giulio Pini. L’inchiesta è della Direzione distrettuale antimafia e coordinata dal pm Vincenzo Montemurro. Ma l’indagine è molto più ampia e al vaglio ci sarebbero anche altre ipotesi di reato. Come concussione, violenza e minacce. Quest’ultime, però, legate più in generale al contesto ambientale. Sotto i riflettori l’intera attività amministrativa dell’ultimo quinquennio che porta la firma appunto di Alfieri e Coppola. I rapporti con lo storico clan rom dei Marotta e con un imprenditore che ha base ad Agropoli e Capaccio la scia seguita dagli inquirenti. E’ il prosieguo del blitz del Ros dello scorso 30 novembre, quando l’organizzazione dei Marotta venne smantellata con 25 arresti. Posti di lavoro, contributi economici e case. Erano queste le richieste che i Marotta avanzavano al sindaco Adamo Coppola, all’epoca vittima. In estate avevano perfino forzato la porta di accesso dell’ufficio del primo cittadino, pur di avere immediatamente un incontro con lui. L’ultima richiesta: «posti di lavoro fissi» per tutti componenti dell’organizzazione. Già all’epoca il nome di Alfieri compariva in alcune intercettazioni. Tant’è che Alfieri era già finito dritto sul registro degli indagati per presunti favori concessi proprio ai Marotta. Case, innanzitutto. Quelle confiscate ma mai utilizzate dal Comune. Anzi, alcune di esse rimaste nella disponibilità proprio dei Marotta fino all’ultimo blitz. Franco Alfieri, proprio per quelle abitazioni confiscate, era stato anche condannato dalla Corte dei Conti. Quarantamila euro per l’ex sindaco e per i componenti dell’ex giunta e dirigenti comunali per il mancato utilizzo di tre appartamenti.