Vertenza comunali, Vitale: «Non è questione di soldi, ma di dignità» - Le Cronache
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Vertenza comunali, Vitale: «Non è questione di soldi, ma di dignità»

«Non stiamo facendo una battaglia per i soldi, ma una battaglia di dignità». Raffaele Vitale, sindacalista della Cisl, ci tiene a ribadirlo: «Lottiamo per i nostri diritti alcune volte anche calpestati, come nel caso della sala del Comune negataci per l’assemblea dei lavoratori». Altro che soldi in più, dice il sindacalista che ieri pomeriggio ha partecipato ad un nuovo vertice sindacale prima dell’appuntamento fissato in Prefettura per il 13 maggio, quando il Prefetto Pantalone tenterà una conciliazione tra i comunali e l’amministrazione comunale.
Per ora la tensione resta alta. Sul tavolo resta la contrattazione decentrata, il fondo del salario accessorio, e la questione degli straordinari. «Ci sono dei lavoratori che non percepiscono lo straordinario – dice il sindacalista – nonostante superino le ore di lavoro. C’è chi ha lavorato durante gli eventi eccezionali, ed allo stato non ha visto un euro. Così come non si sa come verranno pagati i lavoratori che presteranno servizio durante il raduno dei Bersaglieri».
«Ma ripetiamo non è una questione di soldi – spiega Vitale – perché fino ad oggi lo spirito di responsabilità ha spinto i comunali anche ad andare oltre le loro mansioni. Ora è una lotta di dignità. Aver lasciato, ad esempio – prosegue il sindacalista – i lavoratori fuori dal Comune, nel giorno dell’assemblea è inaccettabile. Ma come Bersani sì e noi no? Ed ancora. Ci hanno fatto trovare le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Solo l’intervento del Prefetto ci ha consentito di svolgere l’assemblea in Piazza Amendola. Questo è ciò che mortifica. Oltre una presa di posizione dell’amministrazione comunale che non capiamo».
Fino alla rottura, racconta Vitale: «Siamo stati disposti a trattare. Abbiamo dato la nostra disponibilità all’adeguamento del contratto decentrato. Ma non c’è stato nulla da fare. Noi vogliamo solo che vengano rispettate le norme e ciò che prevede la contrattazione nazionale. Nulla di più».

 

11 maggio 2013