Verdi, il bancomat di Oren e una gestione tutta “familiare” - Le Cronache
Attualità Salerno

Verdi, il bancomat di Oren e una gestione tutta “familiare”

Verdi, il bancomat di Oren e una gestione tutta “familiare”

Francesco La Monica

Un esposto alla Procura della Corte dei Conti e all’Anac sulla gestione del teatro Verdi. A scendere in campo è il meetup Amici di Beppe Grillo, che ha presentato ieri le iniziative in una conferenza stampa guidata dall’esponente Francesco Virtuoso alla quale ha partecipato anche la senatrice Luisa Angrisani. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza le anomalie relative ai costi di gestione del teatro municipale, che, precisa l’esponente del Meetup, “è l’unica realtà italiana gestita esclusivamente dal Comune, a differenza di altre città che si avvalgono dell’appoggio di apposite fondazioni”. Ha definito il Teatro Verdi come “Il bancomat del direttore artistico”, ossia, Daniel Oren, il famoso direttore d’orchestra, musicista e cantante israeliano. “Oren gestisce non solo l’intera stagione lirica, ma proprio personalmente i soldi del teatro, attraverso l’ingaggio di cantanti, orchestre, attori – ha dichiarato Virtuoso – e addirittura attraverso il noleggio delle varie attrezzature”. Inoltre, aggiunge Virtuoso: “Il Teatro Verdi non ha in dotazione nemmeno un microfono, perché tutto viene noleggiato”. Questo volume di affari, secondo il Meetup, ha vari aspetti anomali, come l‘abolizione della scritturazione dei cantanti, utilizzata fino al 2015, in cui la spesa media per ogni ingaggio era di 1000 euro per corista. Dal 2016, invece, “è entrata in scena” l’associazione “Europa Musica Impresa”, di cui è presidente Luigi Rubino e che ha preso in gestione il coro del Verdi. Sempre secondo Virtuoso, per la stagione lirica del 2016, “sono stati spesi ben 557.000 euro, e 502.000 nel 2017”. Numeri in netto contrasto con quelli relativi agli anni 2014 e 2015, in cui “i costi risalivano rispettivamente 235.000 e 205.000”. Continuando ha affermato che a questa “associazione il Comune di Salerno, nel 2017, ha affidato un supporto contabile per 30.000 euro, di cui non è stata resa nota la finalità”. La seconda anomalia poi, secondo il meetup, risiede nella gestione di attori e figuranti. “Tale gestione è stata affidata all’Associazione all’opera del Teatro di Nola, nel 2016, di cui è presidente Mario Rubino, padre del già citato Luigi di Europa Musica Impresa – ha dichiarato Virtuoso – con l’avvento di tale associazione, i costi hanno subito un notevole rialzo, perché sono lievitati a 443.000 e 416.000 euro negli anni 2016 e 2017, a differenza dell’anno 2015, in cui le spese ammontavano a 114.000 euro. Altra anomalia è presente nell’Associazione filarmonica salernitana “Giuseppe Verdi”, che dal 2013 ad oggi, ha fatturato circa 4 milioni di euro, e la cui sede è collocata nello stesso appartamento dove è sita l’associazione Europa Musica Impresa, che annovera come suo vice presidente Domenico Procida che è il Presidente dell’Associazione filarmonica salernitana. Questo non è l’unico intreccio fra le due associazione poiché Pietro Nunziata, risulta essere il segretario dell’associazione filarmonica, e consigliere di Europa Musica Impresa”. “Riteniamo che non ci sia trasparenza – ha proseguito Virtuoso – ma soprattutto non è possibile che dei liberi cittadini debbano occuparsi di questi problemi, mentre i consiglieri d’opposizione, regolarmente eletti, non abbiano mosso un dito per fare chiarezza”. Successivo all’intervento di Virtuoso, c’è stato quello di Carmine Mennella, artista del coro del Teatro Verdi, dal 2004 al 2014. Mennella ha dichiarato che “è impossibile che un libero cittadino entri a far parte del coro, perché i lavori sono affidati solo ed esclusivamente agli stessi artisti”. Inoltre, ha aggiunto che “la vita non è facile neanche per chi è all’interno del coro, perchè sono regolarmente sottoposti a trattamenti che rasentano il dispotico”. “Io stesso, quando ho lavorato, insieme ai miei colleghi, non solo ho subito trattamenti strani e autoritari, ma adesso, dopo aver lavorato continuativamente per 10 anni, non ho nemmeno diritto al benché minimo assegno di disoccupazione da parte dello Stato”. Controversa anche la questione sull’assegnazione della gestione dell’Auditorium del Teatro, in un primo momento destinata al Conservatorio di Salerno, ma infine assegnata, sempre secondo Virtuoso intervenuto nuovamente, “allo stesso Comune di Salerno, cioè praticamente ad Oren, nonostante fossero stati stanziati dei fondi europei principalmente motivati dall’eventuale gestione da parte del Conservatorio”.