Dal Foligno a Foligno: ne è passata d’acqua sotto i ponti dalla vigilia della gara d’andata a quella di questo pomeriggio. Tradotto in numeri, qualcosa come 45 punti. Un bottino che, se replicato, significherebbe per la Salernitana, oltre alla promozione certa, battere tutti i record. Questa, come quella di quattro mesi fa, è la classica prova del nove per gli uomini di Perrone. I due pareggi con l’Arzanese che, in entrambe le circostanze hanno preceduto questa sfida, hanno però sapori ben diversi. Il momento attuale non è da dentro o fuori, ma quello odierno sarà comunque un test importante per comprendere se quello di sette giorni fa è stato solo un piccolo incidente di percorso o se davvero, come qualcuno ha paventato, la corazzata granata sta cominciando a pagare la lunghissima e portentosa rincorsa cominciata dopo l’avvento di Carlo Perrone. Il trainer, come ama fare alla vigilia, ha dato indicazioni di formazione che vanno comunque prese con le molle. Perrone sembra infatti orientato a confermare la difesa a quattro (ballottaggio Rinaldi-Tuia) ed il trequartista, Mounard, alle spalle di Ginestra e Gustavo (quest’ultimo rimpiazzerà lo squalificato Guazzo). Sotto sotto però l’allenatore non ha abbandonato l’idea di ritornare al 3-5-2, inserendo un difensore in più (Tuia o Chirieletti) ed un centrocampista in meno (Mounard). In ogni caso quella di oggi sarà una partita in cui ci sarà da soffrire, visto il buon momento di forma del Foligno. Parentesi di Pontedera a parte, gli umbri di Monaco sono diventati una compagine compatta che lascia pochi spazi e colpisce in contropiede. Servirà la migliore Salernitana, dunque, per portare a casa i tre punti. E con i recuperi di Ginestra e soprattutto di Mancini i granata potranno senza dubbio fare la partita e cercare di strappare l’intera posta in palio. Anche perchè accanto a loro avranno un’armata, gli oltre settecento salernitani che saranno al Blasone. Occhi aperti però: gli ultimi sviluppi del caso Montervino hanno posto ancor di più sotto i riflettori la tifoseria granata. Basta un niente per far scattare la mannaia dell’Osservatorio.
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