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Una festa senza festa

Il 2 giugno è una di quelle date che ha segnato per sempre la storia d’Italia. Tanti gli avvenimenti accaduti quel giorno: il popolo italiano, per la prima volta, comprese le donne, che non avevano mai avuto diritto di voto prima in Italia, scelse con un referendum popolare la nuova forma di governo tra monarchia e repubblica. Una giornata che ancora ci riempie d’orgoglio e in cui non possiamo che ricordare gli uomini e le donne che, nonostante la disumanità vissuta, riuscirono a ricostruire il nostro Paese. Oggi, quel giorno ci appare lontano a causa del Covid-19. Questo virus ha imposto a ognuno di noi dei sacrifici, di rinunciare a cose e/o persone che noi abbiamo sempre dato per scontato avere. Quest’essere invisibile ha cambiato le nostre vite e questo ormai è un dato di fatto sicuro anche in questo periodo. La scuola, le attività che prima venivano svolte nel tempo libero, tutto è cambiato. Il virus ci ha messo a tu per tu con uno stile di vita cui nessuno era abituato. E, volendolo o no, tutti sono stati costretti a seguirlo, anche se, ancora dopo tre mesi, risulta difficile mantenere sempre la stessa positività e costanza. Quando tutto questo sarà finito, troveremo la giusta forza per andare avanti, ma forse nessuno tornerà veramente alla normalità. Ci ha impedito di festeggiare queste giornate importanti come il 2 giugno dove si è soliti preparare discorsi da parte dei politici, ma sopratutto c’è la tradizione della deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica e poi ai Fori imperiali, la parata che vede passare in rassegna i corpi dello Stato. Ritornare quelli di prima sarà impossibile ma sarà importante fare tesoro di ciò che abbiamo imparato, del valore che abbiamo dato alle piccole cose e dell’importanza di alcune risorse che in questo periodo si sono rivelate fondamentali per andare avanti.
Mariafrancesca Nappo 4Al