di Marta Naddei Una discarica a cielo aperto ed un impianto per il trattamento dei rifiuti speciali nel cuore della zona collinare di Salerno. Il Comune ci riprova dopo il primo, fallito, tentativo di creare un sito di conferimento rifiuti nella parte alta della città. Il progetto, presentato dalla Ergon al Comune di Salerno, e passato già al vaglio della commissione consiliare urbanistica lo scorso giovedì mattina, approderà in aula consiliare nella seduta di Consiglio in programma per la mattinata di martedì. La nuova iniziativa di palazzo di Città, però, non sembra essere stata presa troppo bene dai residenti della zona che, da anni ormai, devono fare i conti con una situazione di degrado dell’intera area collinare cittadina, spesso e volentieri lasciata in balia di incivili ed incuria e con una, più volte segnalata, scarsa presenza delle istituzioni. Ora, a far storcere il naso agli abitanti dei rioni collinari di Salerno c’è, dunque, il nuovo progetto messo in piedi dall’amministrazione e a cura della Ergon e che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti speciali “non pericolosi”, in particolare di materiali di risulta provenienti dai cantieri cittadini, e di un’area che sarà destinata allo stoccaggio dei rifiuti. Il tutto in una frazione, quella di Sant’Angelo di Ogliara, densa di abitazioni. Queste ultime, a quanto pare, si trovano anche nei pressi della zona individuata per la costruzione del nuovo impianto per i rifiuti, una dismessa cava di pietra. Punta il dito contro il progetto l’avvocato Leonardo Gallo, referente del comitato “Città collinare”, il quale sofferma la propria attenzione in particolare sull’area che dovrà accogliere i materiali di risulta prima del loro trattamento all’interno dell’impianto. «Sarà una sorta di discarica a cielo aperto – afferma Gallo – dove, com’è facilmente immaginabile ed ipotizzabile – potranno finire anche materiali pericolosi quali l’amianto, il piombo e il mercurio. In particolare, è con l’amianto che la zona collinare di Salerno ha già un coatto e tormentato rapporto: basti pensare ai prefabbricati risalenti al post terremoto del 1980, una cui parte è andata in fumo nel 2012, e che non sono mai stati rimossi. «Ancora una volta – sottolinea Leonardo Gallo – le zone collinari della città vengono individuate come sede di impianti pericolosi per la salute delle persone e perl’ambiente circostante, esattamente come accadde alcuni anni orsono allorquando il sindaco voleva collocare in questa parte della città un sito di stoccaggio di rifiuti, dovendo desistere poi solo a seguito della ferma e legittima sollevazione popolare che fu costretto ad assecondare». Il comitato “Città collinare” chiede, a tal proposito, il ritiro dell’ordine del giorno dal Consiglio comunale di martedì mattina e al contempo spinge affinché si riesca ad ottenere un confronto sulla questione. «Siamo alle solite – si legge ancora nella nota del presidente di Città collinare – gli abitanti delle zone collinari, oltre alla letterale incuria e dimenticanza da parte di chi governa la città, vengono nuovamente offesi e volgarmente vilipesi persino nella dignità per essere ancora una volta considerati cittadini inferiori. Vengono in mente le tante contumelie che da anni sentiamo proferire dal primo cittadino urbi et orbi verso chi non la pensa come lui: vorremo capire, ora, in questo caso, chi sono i pezzenti, i cafoni, i politicanti».
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