“Chiunque possa essere in grado di fornirmi aiuti, anche sotto forma di generi alimentari, mi può contattare….. “. Basta questo volantino, affisso in strada da un trentanovenne salernitano, per sintetizzare al meglio le condizioni in cui versa il nostro Bel (?) Paese. La storia di Antonio è comune, purtroppo, a quella di un crescente numero di persone che si ritrova a far fronte con la precarietà. Esodati, giovani senza futuro, uomini in età matura licenziati dalla sera alla mattina. Antonio prova a sbarcare il lunario con piccoli lavoretti e per pochi spiccioli. “Sono stato costretto a mettere quest’annuncio – spiega Antonio- perché mi sono venuto a trovare in una situazione disastrosa. Reperire un’occupazione non è facile ed, a volte, anche per piccoli lavoretti ti chiedono la partita iva ma vorrei sapere dalle istituzioni: chi non guadagna praticamente nulla come fa a pagare le tasse? E’ un cane che si morde la coda. Che faccio guadagno dieci euro e poi li do allo stato”. Già perché l’autore del manifesto choc spesso ha lavorato per pochi euro. “Sono stato a servizio di una persona benestante che abita in pieno centro, a pochi passi dal tribunale, che mi pagava dieci euro per tre ore di servizio. Come si fa a vivere con queste cifre. Sono arrivato a chiedere generi alimentari in alternativa ad una opportunità di lavoro per far comprendere il mio reale stato di bisogno. E’ chiaro che il mio primo obiettivo è trovare un’occupazione, anche saltuaria, che mi permetta di sostentarmi”. Un’impresa non agevole e non di rado capita di essere “vittima” di scherzi o invettive. C’è chi addirittura mi ha telefonato per chiedermi se cercavo lavoro e poi ha minacciato di denuciarmi perché lavoravo in nero e cose di questo genere. Per non parlare di quelli che ti dicono… “l’importante è che hai la casa di proprietà”. Già ma su quella si pagano le tasse senza dimenticare le utenze e vista la mia condizione sono stato costretto anche a disdire il contratto con la Telecom. Per fortuna posso permettermi ancora il telefono cellulare ma fino a quando vista la mia situazione”. Antonio non vuol apparire un martire. “Quel manifesto non aveva come scopo quello di diventare un caso giornalistico ma soltanto l’appello di una persona che si trova in stato di reale difficoltà. Spesso sono stata alla mensa della chiesa di Mercatello per pranzare o chiedere cibo. Ho trovato sempre grande disponibilità ma vorrei poter provvedera da solo a sostentermi… Inutile dire che le istituzioni fanno poco per chi si trova nelle mie condizioni. Perché non trovare anche una formula part-time? Ci sono aiuole da potare, erbacce…. c’è tanto da fare per migliorare l’immagine della città e c’è chi ha voglia di lavorare come il sottoscritto (con parcheggiatori abusivi, di ogni età, che spuntano da ogni dove ed in costante aumento – come il caso della Carnale). Si possono studiare formule e modi l’importante è iniziare a fare qualcosa di concreto sono sempre più persone si troveranno nelle mie condizioni. Il vaso è quasi colmo, non facciamolo traboccare”.
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