Un master per la formazione di startup Ci sono 40 posti a disposizione - Le Cronache
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Un master per la formazione di startup Ci sono 40 posti a disposizione

Un master per la formazione di startup Ci sono 40 posti a disposizione

di Antonio Iovino

Creare personale specializzato nel settore delle imprese cooperative e nell’ambito dell’evoluzione delle startup: questo l’obiettivo del master di secondo livello dell’Università degli Studi di Salerno, denominato “Percorsi di startup nelle imprese cooperative”, che ieri mattina è stato presentato presso il Salone Genovesi della Camera di Commercio di Salerno. Il master, messo in campo dal Dipartimento di Scienze Giuridiche, è rivolto sia ai neolaureati che ai laureati già impegnati nel mondo del lavoro interessati ad approfondire il management dell’impresa cooperativa. La scadenza del bando è prevista per il 19 novembre prossimo e prevede 40 posti da assegnare. Il progetto coinvolge anche Confcooperative Campania, attraverso il Comitato Territoriale di Salerno. In tal senso, il Presidente di quest’ultimo, Salvatore Scafuri, ha voluto spiegare alcuni dettagli del master: “Come organizzazione siamo veramente fieri di questa iniziativa. Siamo fieri di aver accompagnato in questo percorso l’università e di essere stati una spalla forte soprattutto per la promozione di questo master e per la possibilità di avere delle borse di studio per chi ha merito e capacità. Questa è la sana cooperazione, quella che non punta a promuovere cose irreali e irraggiungibili; un master come questo, di rilievo nazionale, punta a far sì che la cooperazione sia vista in modo diverso dalle persone, precisando che siamo noi siamo la vera espressione di un concetto pratico che punta a percorsi di qualità. Questo master è la punta di diamante di quello che stiamo facendo nel territorio salernitano e, in generale, in quello campano”. Alla conferenza di presentazione ha preso parte, con un intervento, anche il professore Giuseppe Fauceglia, direttore del master, che ha voluto ribadire con forza la necessità di creare opportunità serie e proficue di sviluppo territoriale ed economico: “È stato notato che, in realtà, nell’Italia meridionale, pur essendoci una forte presenza del mondo cooperativo, abbiamo una bassa specializzazione del settore lavorativo di riferimento dal punto di vista delle strutture aziendali. Non possiamo vivere in un mondo in cui l’economia delle imprese cooperative e quelle sinergiche del mercato sia affidata a scelte completamente scellerate dal punto di vista politico. Abbiamo detto: perché non tentiamo, come università, insieme alle cooperative, di dar luogo ad un master biennale in cui l’obiettivo specifico è dare a laureati in economia, giurisprudenza o in ingegneria, che si occupano o che vogliono occuparsi di imprese startup, una specializzazione che consenta l’acquisizione di quel know how formativo, che permetta poi la sinergia tra persone, cultura, preparazione, elemento pratico ed impiego delle cooperative”. Il professore Fauceglia, che nel corso del suo intervento ha anche ammesso pubblicamente di aver rinunciato a qualche onorario pur di creare le borse di studio per il master, ha concluso il suo discorso affermando: “Il secondo percorso, quello che prevede la creazione di quelle sinergie di sistema o di mercato, è una conseguenza che viene dal rapporto con la politica, oltre che con l’università e con la struttura formativa”. Il Presidente di Confcooperative Campania, Antonio Borea, presente anch’egli alla presentazione del progetto che vanta di essere uno dei primi a livello nazionale, ha poi dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di iniziare a creare cultura cooperativa e la cultura si crea sedimentando. Questa del master, come altre opportunità che dobbiamo costruire e stiamo costruendo nel mondo della scuola, dovrebbero essere utili a far capire che la cooperazione è impresa ed è impresa di qualità. In Campania siamo tanti, Confcooperative Campania ha circa mille cooperative nei vari settori e dà lavoro a più di 10.000 persone. Dovremmo crescere ancora di più ma potemmo farlo se ci fossero degli investimenti precisi e soprattutto se si capisse che, come approccio, la cooperazione è fare impresa. È chiaro che l’impresa sociale ha un taglio e le altre tipologie di cooperazione hanno un altro taglio”.