Umberto ‘o napulitano a capo dello spaccio. Sgominato un sodalizio criminale che gestiva le piazze a Capaccio e dintorni: 12 arresti - Le Cronache
Provincia Capaccio Paestum

Umberto ‘o napulitano a capo dello spaccio. Sgominato un sodalizio criminale che gestiva le piazze a Capaccio e dintorni: 12 arresti

Pina Ferro

Facendo pesare la propria personalità e storia criminale prende il posto del figlio finito in manette e gestisce i debiti di quest’ultimo con i fornitori di droga napoletani. A capo del sodalizio criminale smantellato ieri mattina dai carabinieri del comando provinciale di Salerno vi era Umberto Rossi, 70 anni, meglio conosciuto come “Umberto o napulitan”, ex affiliato al disciolto clan della Nuova Camorra organizzata (Nco) di Raffaele Cutolo. I provvedimenti cautelari, eseguiti, all’alba di ieri, sono stati disposti dalla procura di Salerno ed hanno interessato dodici persone ed eseguiti, con il supporto anche dell’unità cinofila di Sarno, nei territori di Capaccio, Capaccio Scalo, Vallo della Lucania, Napoli e Follonica (Gr). In carcere sono finiti:Umberto Rossi, 70 anni Capaccio; Giancarlo Rossi 31 anni, di Capaccio; Raffaele Russo 33 anni di Capaccio Scalo (arrestato a Follonica); Marco Di Mieri 30 anni di Capaccio Scalo; Marco Grimaldi 27 anni di Capaccio; Mario Menichini 43 anni di Capaccio Scalo; Rosa Borriello 40 anni di Napoli (Scampia); Carmine Marrazza 43 anni di Capaccio Scalo; Giovanni Gambone 54 anni di Capaccio; Costantino Leo 29 anni di Vallo della Lucania. Sono stati ristretti ai domiciliari: Francesco Rossi 35 anni di Capaccio; Silvia Seno 26 anni di Capaccio Scalo. Il blitz di ieri mattina coordinato dal sostituto procuratore Marco Colamonici è giunto a conclusione di un’indagine partita nell’agosto del 2015 a seguito di una serie di attentati incendiari avvenuti tra settembre e ottobre 2014 nei confronti di un autolavaggio di Capaccio-Paestum, in località Licinella, che portò all’arresto di un pregiudicato. Alcuni degli indagati avevano a disposizione bombe carta ed armi pronte ad essere utilizzate qualore fosse stato necessario. I destinatari delle ordinanze di custodia gestivano le piazze di spaccio di cocaina, nei Comuni di Capaccio-Paestum, Agropoli e Vallo della Lucania attraverso una fitta è organizzata rete di pusher. La banda programmava aggressioni violente, con l’uso di armi, nei confronti di alcuni pregiudicati che spacciavano in modo autonomo sul territorio. Nel corso dell’indagine, il 30 novembre 2015 per evitare la gambizzazione di un pregiudicato, furono effettuate numerose perquisizioni durante le quali vennero trovate 800 cartucce di vario tipo e calibro e due pistole automatiche in possesso a Marco Di Mieri, 30 anni, che fu arrestato. Umberto Rossi arriva al vertice del sodalizio crimiale dopo l’arresto del figlio Giancarlo. Fino a quel momento era lui a detenere il controllo dello spaccio, dei rifornimenti e i contatti con la rete di pusher. Quando Gincarlo Rossi fu arrestato i fornitori napoletani di stupefacente rivendicarono un debito, contratto appunto da Giancarlo, pari a 50.000. Una somma che avrebbe portato al disseto l’intera famiglia. Fu così che Umberto, il capofamiglia decise di prendere in mano la situazione mettedosi al vertice del sodalizio criminale che deteneva le piazze di spaccio a sud della provincia..

 

Umberto Rossi nell’assumere il controllo del sodalizio criminali dedito allo spaccio, faceva valere la sua autorità vantando non solo determinati trascorsi, quelli nela Nco, ma anche amicizie importanti. Il legame in questione era quello con la cosidetta “zia”, ovvero la narcotrafficante napoletana Rosa Borriello che in realtà aveva il ruolo di intermediaria rispetto ai “guaglioni” napoletani che gestivano il traffico di droga per il quale ricevevano un vero e proprio compenso. Rossi, subentrato al figlio, ha anche riorganizzato il gruppo di spaccio, che in parte fu creato ex novo. Primo obiettivo fu quello di ottenere una dilazione nei pagamenti dei debiti contratti per poi ottenere una gestione totale dei traffici in modo da raccogliere denaro e sanare le pendenze. Parte degli  introiti provenienti dall’attività di spaccio veniva utilizzato per mantere il figlio Giancarlo e Marchese MENICHINI Mario ROSSI Francesco ROSSI Giancarlo ROSSI Umberto RUSSO Raffaele GAMBONE Giovanni GRIMALDI Marco LEO Costantino MARRAZZA Carmine BORRIELLO ROSA DI MIERI Marco SENO Silvia