Ucciso per pochi grammi di droga, la confessione di Karol Lapenta - Le Cronache
Cronaca Attualità

Ucciso per pochi grammi di droga, la confessione di Karol Lapenta

Ucciso per pochi grammi di droga, la confessione di Karol Lapenta

Brigida Vicinanza

Qualche grammo di marijuana alla base dell’omicidio del giovane Antonio Alex Pascuzzo a Buonabitacolo. Sette fendenti al torace e poi la corsa all’occultamento del cadavere. Il 18 enne Karol Lapenta, coetaneo di Alex dopo essere stato fermato e aver confessato l’omicidio, è all’interno della casa circondariale di Potenza. Le indagini del comando dei carabinieri di Sala Consilina, guidati da Davide Acquaviva hanno permesso di avere in maniera repentina i risvolti in un caso che ha scosso il piccolo paesino della provincia di Salerno. Fondamentali le immagini di videosorveglianza di un tabacchi, in cui Alex si trovava la sera stessa della scomparsa. Precedenti per spaccio anche per la vittima, che forse aveva già avuto in passato qualche diverbio per alcune dosi con il suo assassino. Figlio adottivo, due genitori professionisti, mamma insegnante e papà impiegato regionale. Lui stava imparando il mestiere di macellaio e a soli 18 anni già lavorava all’interno di un supermarket a Montesano sulla Marcellana. Karol, è un ragazzo difficile probabilmente, e ora i genitori si trovano a fare i conti con l’ennesimo episodio di microcriminalità ma che questa volta è sfociato in una drammatica conseguenza. Conosciuto da tutti in paese e anche dal parroco don Antonio Garone, che sabato pomeriggio racconta di aver visto il giovane proprio nei pressi della parrocchia e di averlo salutato come suo solito fare, notando anche la tranquillità nel suo scambiare due chiacchiere proprio con il prete. E proprio sabato pomeriggio il corpo di Alex è stato ritrovato lungo quel fiume tra la disperazione di un padre, già senza lavoro, e di una madre che vive fuori Italia. Dopo le parole del sindaco che hanno scosso una comunità intera, ci sono anche quelle del parroco che oramai vive il paese da circa 12 anni e conosce le dinamiche giovanili. Probabilmente un paesino con un alto tasso di microcriminalità, oramai fuori controllo che nemmeno i sani principi religiosi riescono a contrastare. «Quando sabato pomeriggio ho incontrato Karol. Gli ho anche chiesto perchè non fosse a lavoro e mi ha risposto che era in una piccola pausa – ha sottolineato don Antonio – tante volte i genitori hanno provato a mettere sulla diritta via il ragazzo, ma senza ricevere collaborazione da quest’ultimo che purtroppo si è perso in percorsi sbagliati». «Una notizia sconvolgente e inaspettata. Ci sentiamo sconfortati ma anche responsabili perchè poteva essere evitato il tutto con più comunicazione». Poi don Antonio ha continuato, provando anche a capirne dinamiche e spiegazioni: «Proviamo ad avvicinare i giovani con i nostri incontri in oratorio e all’azione cattolica, ma non possiamo obbligarli. In ogni caso il nostro oratorio rimarrà sempre aperto per chiunque abbia bisogno, soprattutto tra i giovanissimi – ha concluso infine il parroco di Buonabitacolo che conosce il paesino alla perfezione, non solo per i 12 anni di sacerdozio all’interno della parrocchia ma anche perchè ci è nato – non possiamo avere una soluzione specifica ma proveremo a risolvere il problema che affligge questi ragazzi». Questa mattina intanto l’esame autoptico sul corpo di Alex potrebbe svelare ulteriori dettagli.