Uccisero Sergio Rossi: a processo - Le Cronache
Cronaca

Uccisero Sergio Rossi: a processo

Uccisero Sergio Rossi: a processo

Alla sbarra gli autori dell’aggressione mortale a Sergio Rossi. A distanza di oltre due anni da quella vile pestaggio in piazza Vittorio Veneto, davanti alla stazione, il Gup del Tribunale di Salerno, Sergio De Luca, ha disposto il rinvio a giudizio per il rumeno Fanel Gurlea, detto Panie, e per la complice: la rumena Elena Bot. Quest’ultima era sta individuata ed arrestata in Germania dove si era rifiugiata. Successivamente, grazie alle inidazioni della trentenne rumena, le forze dell’ordine erano riusciti a bloccare anche Fanel Gurlea. Il quaratennne che ferì mortalmente l’ex esponente del Movimento Sociale Italiano fu arrestato in Romania in eseciuzione di un mandato di arresto Europeo. Ieri, dopo il rinvio disposto in occasione dell’udienza del 24 settembre per l’irreperibilità dei due imputati, si è celebrata l’udienza preliminare. Il Gup ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Roberto Penna ed ha disposto il processo per i due rumeni davanti ai giudici della Corte d’Assise di Salerno con l’accusa di omicidio e rapina. Ad entrambi gli imputati, difesi dall’avvocato Gaetano Aita, vengono contestate anche le circostanze aggravanti. Si sono costituiti parte civile, attraverso l’avvocato Michele Sarno, i congiunti do Rossi e nello specificola moglie Rita De Rosa ed il figlio Antonio Rossi, assistiti. L’ex esponente del Movimento Sociale Italiano fu colpito alle spalle da Gurlea con un “mezzo contundente solido e smusso nella regione parietooceipitale destra con conseguente ferita lacero contusa, frattura cranica ed emorragie plurime che determinarono poi il decesso (edema cerebrale). Lo stesso Gurlea si impossessava poi del telefono cellulare Nokia di Rossi. L’altra imputata aiutava Gurlea, detto Fanic, ad eludere gli investigatori e comunque si attivava per consentiva l’allontanarsi di quest’ultimo dal territorio nazionale procurando a Gurlea 150 euro, con l’aiuto della sorella Maria Bot, che ne curava l’invio tramite Western Union, utili a pagare i biglietti per il viaggio in Romania. La prima udienza è fissata per il 16 marzo del 2015 davanti ai giudici della Corte d’Assise di Salerno.