Tringali: "La città deve ripartire dalla trasparenza” - Le Cronache
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Tringali: “La città deve ripartire dalla trasparenza”

Tringali: “La città deve ripartire dalla trasparenza”

di Erika Noschese

“Io non sono un politico, ho fatto il magistrato per tutta la vita”. Mette le mani avanti Claudio Tringali, già magistrato, ex presidente della I sezione della Corte d’Appello di Salerno ed ex presidente del tribunale di Vallo della Lucania, attuale presidente della Fondazione Menna, nominato assessore del Comune di Salerno con delega alla Trasparenza e alla Sicurezza. Un ruolo che ricopre in un periodo particolarmente complesso per l’amministrazione comunale e per la città di Salerno. “Sicuramente questo è un periodo difficile per l’amministrazione cittadina e la città che sta leggendo e sentendo dei fatti che lasciano molto male. Io non sono un politico, ho fatto sempre il magistrato per tutta la mia vita però nel momento in cui accetto un incarico che mi viene proposto mi devo porre delle domande, devo cercare di dare un’interpretazione politica di ciò che sta avvenendo. Come la vedo io, in questo momento – e spero di non sbagliare – è che c’è una volontà che il sindaco sta manifestando in modo evidente. Basta leggere tra le righe i nomi degli assessori e quelli dei non nominati, questo indica una volontà di rinnovamento”, ha dichiarato l’assessore Tringali. Un assessorato nuovo di zecca quello che andrà a guidare l’ex presidente della Corte d’Appello di Salerno, mai istituito prima. “Ha necessità di essere riempito di contenuti, indagato per quelle che sono le sue competenze, le sue facoltà e i suoi limiti ed è la prima cosa che farò. Non ritengo che la sicurezza urbana si indentifichi per l’ordine nelle strade, penso sia un concetto più ampio che riguarda molti aspetti della vita cittadina – ha aggiunto – È un discorso di prevenzione, se sarà necessario non mi fermerò di fronte alla necessità di colpire, intervenire, segnalare e fare ciò che ritengo giusto; la prevenzione si fa attraverso un’operazione di fiducia, di apertura, di trasparenza che, probabilmente, è una conditio sine qua non, un presupposto della sicurezza: se i cittadini capiscono quello che accade in questa città e hanno la possibilità di saperlo, sicuramente è importante. Questo assessorato ricalca l’esperienza napoletana di cinque anni fa quando all’ex procuratore della Repubblica, Franco Roberti, venne affidato questo incarico, a livello regionale e io penso che mi metterò in contatto con lui per capire quali sono stati i contenuti della sua esperienza”. Un controllore per la maggioranza Napoli, una spina nel fianco anche grazie alla delega alla Trasparenza in una fase in cui la trasparenza viene a mancare: “Questo è un punto dolente. In questo momento, come ho detto agli amici che mi hanno chiesto di accettare la proposta, mi è stato chiesto di salire su una nave in tempesta e per uscire fuori da questo contesto bisogna cambiare. Se effettivamente, come pare sia leggibile dagli atti e dalle scelte fatte per la giunta, c’è questa volontà allora sono le premesse fondamentali per poter uscire fuori da questo stato di difficoltà e soprattutto per recuperare la fiducia delle persone, dei cittadini, verso chi amministra. L’operazione più importante è questa, recuperare la fiducia ma ciò avviene dando esempi, conta lo stile, il senso dell’educazione e io credo di avere un surplus di senso delle istituzioni ma ho l’impressione ci sia un deficit all’interno di Palazzo di Città”. Tringali è ribalzato agli onori della cronaca cittadina anche per la battaglia sul parco del Galiziano, tra i firmatari della petizione contro la costruzione del complesso parrocchiale. Una battaglia che, ammette senza mezzi termini, rifarebbe, ribandendo dunque la “mia posizione di spina nel fianco di chiunque non ha capito che vanno rispettate regole di legalità, che vanno rispettati i cittadini e la storia del parco del Galiziano è emblematica di una prepotenza perché noi avremmo voluto esporre le nostre ragioni ma c’è stato addirittura impedito di parlare davanti al sindaco e ai rappresenti dell’amministrazione comunale da parte di un potere ecclesiastico che si regola in quel modo, nessuno ha mai detto di non costruire una chiesa, abbiamo chiesto di rispettare un parco, in quella miseria di verde pubblico che è Salerno”. L’impressione che dà il giudice salernitano è quella di far prevalere, anche all’interno del Palazzo, il suo lato da magistrato ma non teme scontri con il sindaco né di essere “sorvegliato a vista”: “No, non lo penso affatto perché non avrei accettato se non avessi stima e fiducia nel sindaco. Ci siamo parlati ma lo conosco da tempo; mi vorrei confondere con chi disinteressatamente e credendo di fare il bene pubblico, rispettando le persone e le regole non con altri. Fare l’assessore non è mai stato tra le mie ambizioni”, ha infatti aggiunto. Tra i suoi primi impegni da assessore sicuramente l’incontro con i dirigenti comunali per fare una disamina su gare e appalti in corso. “Mi misurerò con le mie possibilità personali e con quelle della struttura che mi verrà assegnata perché senza sarebbe difficile fare qualcosa. Se qualcuno pensa di aver messo – ammesso che io lo sia – il fiore all’occhiello di questa amministrazione, per lasciarlo lì la cosa non mi interessa, ci saluteremo – ha infatti aggiunto l’assessore alla Sicurezza e alla Trasparenza – Per il resto, è evidente che il mio compito non sta nel sostituirmi agli organi di controllo, previsti dalla legge e su questo non c’è il minimo dubbio ma se mi sono stati dati degli incarichi io ho il dovere di portarli avanti”. E sulla decisione della Procura di Salerno di procedere con gli arresti dopo sette giorni dal voto, Claudio Tringali parla di “buona fede” di chi ha agito: “Premesso che tutto ciò che si fa in questo campo, nella cronologia dei provvedimenti giudiziari, ci sarà sempre qualcuno che dirà perché ora, perché prima o perché non dopo. Bisogna presupporre la buona fede di chi ha agito, salvo prova contraria, come accade in un paese civile; presuppongo che il procuratore della Repubblica abbia deciso di aspettare di dare conoscenza perché, in perfetta buona fede, non voleva incidere sulla competizione elettorale in corso – ha infatti aggiunto – Personalmente, ho fatto il contrario ma sono stato criticato ugualmente e questa è una materia scivolosa, quando subentra la politica perché ognuno vede le cose come conviene”.