Tetti di spesa massimi per i laboratori di analisi e tagli dal governo e della Regione: le strutture sanitarie privato dell’Agro e di Salerno presentano ricorso davanti al Tar chiedendo anche l’immediata sospensione dei provvedimenti da “spending review” emessi dalla Regione, che potrebbero letteralmente mettere in ginocchio le loro strutture ed anche i cittadini del comprensorio alle prese con la “ricerca” di ambulatori e analisi cliniche rapide. “Stop ai decreti della Regione Campania fino alla discussione davanti al Tribunale amministrativo regionale e si terrà il prossimo maggio”: è questa la decisione che è arrivata davanti al Tar per alcuni loro colleghi e di conseguenza i pronostici della delicata questione giudiziaria sembrano molto positivi. Infatti nei giorni scorsi c’è stata una prima vittoria per i laboratori rispetto alla nuova organizzazione regionale per il tetto di spesa dei privati. Ora, a muoversi giuridicamente sono le strutture sanitarie private dell’Agro e del Salernitano che hanno deciso di fare causa davanti al Tribunale amministrativo regionale alla Regione Campania ed anche al Ministero della Salute nonché al commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro del settore sanitario Polimeno. In particolare i responsabili delle società check up analisi cliniche di Nocera Superiore, analisi cliniche Biogen di Sarno, laboratorio analisi cliniche Milano di Nocera Inferiore, Biocava di Cava dei Tirreni, analisi cliniche la salute e diagnostica Grimaldi, tutte e tre di Roccapiemonte. Assistiti degli avvocati Luigi Ferrara e Maria Filomena Sica dello studio BF avvocati & Partners, i responsabili delle aziende sanitarie private chiedono l’annullamento del decreto dello scorso febbraio emesso dalla Regione Campania che definiva il limite di spesa e i contratti con gli erogatori privati nell’ottica della “spending review”. Inoltre chiedono anche l’annullamento del decreto dello scorso marzo avente ad oggetto il piano di riassetto della rete laboratoristica campana nonchè della circolare del commissario ad acta che si riferisce alla mensilizzazione del tetto di spesa in cui non si prevedono extra per le eventuali prestazioni rese in eccesso rispetto ad un dodicesimo del tetto di spesa annuale. Inoltre i privati chiedono anche l’annullamento di tutte le circolari commissariali connesse che riguardano proprio questo tipo di direzione intrapresa dalla Regione e dall’Asl. Le aziende in questione chiedono “il riconoscimento del diritto delle strutture a mantenere la propria autonomia giuridica e funzionale e di non essere sottoposti all’obbligo di accorpamento mantenendo il proprio diritto tra l’altro di contrattualizzazione con il sistema sanitario nazionale anche se non viene raggiunto il minimo numero di estrazioni purché siano superate tutte le verifiche per l’accreditamento definitivo e la conferma triennale”. Il ricorso prevede anche la richiesta di vedersi riconoscere un “adeguato incremento dell’aggregato di spesa regionale per l’anno 2015 per quanto concerne il laboratorio di analisi che devono essere considerati al netto del ticket e senza gli sconti tariffari”. Le società vogliono che il riconoscimento sia calcolato in relazione alle potenzialità della struttura ed anche alle effettive esigenze della popolazione di riferimento. “Le strutture ricorrenti, a seguito dell’ottenimento del decreto istituzionale di accreditamento, hanno da tempo positivamente superato la verifica dei requisiti di qualificazione sanitaria, nonché la verifica della loro funzionalità, rispetto agli indirizzi di programmazione regionale” spiegano gli avvocati Ferrara e Sirica “Tali strutture private, pertanto, in quanto accreditate con il SSR, rientrano a pieno titolo nella programmazione regionale ed agiscono nel già accertato quadro di fabbisogno di assistenza”. Il problema è nato con la nuova riorganizzazione: “Ad oggi, non si è ancora ben inteso da dove sia scaturito l’intento diretto a creare una forte lobby al fine di concentrare nelle mani di grossi investitori l’assistenza laboratoristica delle strutture sanitarie” spiegano i due legali. Così il ricorso è stato presentato davanti al Tar e ora c’è attesa per la sospensione e poi la sentenza di merito.
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