Sulle tracce del figurativo - Le Cronache
Extra Spettacolo e Cultura

Sulle tracce del figurativo

Sulle tracce del figurativo

Sabato mattina verrà inaugurata la collettiva pensata da Lelio Schiavone e Antonio Adiletta per offrire un panorama sul figurativo in Italia nel secolo breve

Di OLGA CHIEFFI

I venti dell’arte soffiano nuova aria di primavera regalando, negli spazi della galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, offrendo un confronto tra le diverse espressioni artistiche. La collettiva, che verrà inaugurata nella mattinata di sabato comprende 18 opere raccolte e riunite qui per offrire un panorama sul figurativo in Italia nel secolo breve, una reunion di firme dalle riconoscibili affinità elettive che offrono un importante contributo alla contemporaneità espressiva ed artistica, testimonianze di segni diversi, che ripercorreranno la ricerca e la storia di un periodo particolare della produzione artistica nazionale, il cui sguardo ha saputo registrare l’evolversi della società italiana. I dipinti scelti hanno quali soggetti donne, paesaggi cittadini, marine interni, autoritratti, nature morte, “petits plaisirs”, tra cui individueremo l’erotismo e l’ ironia, unitamente alla malinconia e al disincanto, della figura firmata da Ernesto Treccani, scomposizione e profondità, nell’opera di Sante Monachesi, ancora una palma di rara finezza di Treccani, il cui tema, che riprende uno dei simboli della settimana Santa fa il doppio con “Pastorale” di Remo Brindisi, spunto per esprimere un universale significato esistenziale primigenio mediante gli stravolgimenti delle proporzioni, allungate e bidimensionali, l’assenza di profondità e di qualsiasi accenno d’ambientazione prospettica. Opere vive, parlanti, quelle in esposizione, come “Un Pittore”, un significativo autoritratto di Antonio Possenti, che distilla la figura con impeto spontaneo, sapendo trasfigurarla con naturalezza ed arricchirla attraverso quella ambientazione fantastica, che rappresenta il sigillo del suo sentire pittorico. Scorre la pennellata morbida e penetrante, di Manlio Bacosi, nel suo paesaggio, pur soffusa dal velo di una contemplazione affettuosa, ferma nei suoi elementi cromatici, morbidi, che suggeriscono una liricità e una emozione autentica, capace di tradurre la visione nella sia completezza, per passare alla marina antiretorica e alle “impressioni” dell’amato mar Ligure di Enrico Paulucci. Ritroveremo, sulle mura della galleria Renato Borsato, con il suo forte senso plastico e cromatico, pittura di confine tra figurazione e astrattismo, Mario Carotenuto, con il suo spazio multiplo ricreante la natura delle cose, del paesaggio, nell’infinito dilatarsi dei suoi significati, il realismo libero e poetico di Pugliese Enotrio, l’urgenza di esprimere l’essenziale nella realtà e il tormento interiore che l’accompagna nell’indagine pittorica di Enzo Pregno, la tradizione di Sergio Scatizzi, composta in una misurata costruzione, con il suo sguardo sulla prorompente maremma, una sinfonia toscana per esaltare tutte le contraddizioni della sua terra, unitamente a Gastone Breddo, in cui la pittura è viva, poiché espressa autonomamente attraverso un linguaggio nel quale segno, colore e forma si fondono in poetiche riproposte della realtà, al limite dell’astrazione e ancora, la probità di “fabbro della pittura”, Fernando Farulli, latore di un lirismo notturno e favoloso. Si attraverserà anche il segno dei nostri artisti, quali Virginio Quarta e il suo realismo coloristico sino a giungere alle nuove generazioni, la pittura ideista di Eliana Petrizzi e l’occhio informale di Giovanni Tesauro.

 

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