- Fonderie Pisano: intesa per nuovo stabilimento a BuccinoPubblicato 5 ore fa
- Epidemia colposa: pm, “risparmi su procedura anti-covid”Pubblicato 12 ore fa
- Pontecagnano, un nuovo Parco Verdiana?Pubblicato 16 ore fa
- Il dottor Ascierto: “Bisogna tenere bassi i livelli di infezione”Pubblicato 2 giorni fa
- Sistema Romeo, a processo anche CaldoroPubblicato 3 giorni fa
- Corte Conti Campania: consulenti per indagine su Covid hospitalPubblicato 3 giorni fa
- Elezioni amministrative 2021 rinviate in autunno per CovidPubblicato 4 giorni fa
- Ospedali al collasso, l’infettivologo del Ruggi: “Indispensabili lockdown mirati”Pubblicato 4 giorni fa
- Fondovalle Calore, Cascone: “Puntiamo a completare l’opera”Pubblicato 4 giorni fa
- Ciak docu-film “Verita’ negata” su Angelo VassalloPubblicato 4 giorni fa
Stop alle cure Stamina Pronta la class action

di Marta Naddei
Sono pronti a costituire una class action e ad adire le vie legali contro lo stop alle cure compassionevoli con il metodo Stamina. Le famiglie dei malati sono sul piede di guerra dopo la decisione dei medici degli Spedali Civili di Brescia di fermare la somministrazione delle cure ai 34 pazienti già sottoposti al trattamento e per i 220 in lista d’attesa. Fermi fin quando non vi sarà un nuovo parere del costituendo Comitato tecnico – scientifico. Hanno detto stop alla somministrazione delle cure con la metodica Stamina i medici degli Spedali civili di Brescia che hanno inviato una lettera al commissario straordinario della struttura sanitaria lombarda, Ezio Belleri, per comunicare la loro “doverosa” decisione. E con loro si fermano, “a data da destinarsi”, anche le speranze e le aspettative di coloro che in cura già c’erano, di coloro che sono in una lunghissima d’attesa – qualcuno come il bimbo salernitano Giovanni Procentese da oltre un anno – e di coloro che sperano di poter, un giorno, almeno fare un tentativo con il metodo messo a punto dal professor Davide Vannoni. Si tratta dell’ennesimo capitolo di una vicenda sempre più complessa e che ormai balla sul filo dei pareri – che siano essi del comitato tecnico-scientifico ministeriale o dei vari giudici cui si sono rivolte le centinaia di famiglie per ottenere sentenza positiva per l’accesso alle cure – e che sta mettendo a dura prova la resistenza psico-fisica non solo dei malati, per la gran parte bambini, ma anche dei loro familiari. E l’ultima decisione assunta dai dottori, che fino a qualche giorno fa hanno curato con il metodo Stamina i pazienti presenti presso l’ospedale bresciano, ha mandato su tutte le furie quanti ripongono in una speranza nella terapia con le cellule staminali. Pronta, infatti, c’è una class action che – per la prima volta – si muoverà contro i medici per interruzione delle cure e per rifiuto di somministrazione. Tra questi, l’agguerrito papà di Giovanni Procentese, Giuseppe, che da più di 12 mesi attende che il suo bambino di 10 anni, affetto dalla Niemann Pick di tipo C, possa essere chiamato presso gli Spedali per cominciare la cura. Dura la sua posizione in merito: «Hanno “partorito” questa iniziativa – dice amaramente – ed entrano così in gioco, coloro i quali, finora, avevano fatto sì che le cure portassero a qualche risultato. A mio avviso – incalza – si tratta dell’ennesima prova che non si vuole mandare avanti la speranza». I medici, a base di questa loro “obiezione di coscienza”, hanno posto il parere del comitato tecnico scientifico appena nominato dal Ministero della Salute. «Ma il comitato – spiega Procentese – non deve dir nulla rispetto alle cure compassionevoli, ma deve esprimersi esclusivamente sulla possibilità di portare avanti la sperimentazione del metodo Stamina. E’ una cosa gravissima quella che stanno facendo. Poi, quando si avranno i certificati di aggravamento dei pazienti attualmente in cura ne pagheranno le conseguenze dal punto di vista penale». Intanto, per i 220 pazienti in lista d’attesa le cose vanno anche peggio con le gravi malattie che stanno facendo il loro inesorabile decorso. «Noi non ci fermeremo – chiosa Procemntese – e continueremo a lottare».