Stop ai colloqui con i familiari rivolta nel carcere di Fuorni - Le Cronache
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Stop ai colloqui con i familiari rivolta nel carcere di Fuorni

Stop ai colloqui con i familiari rivolta nel carcere di Fuorni

Un sabato di fuoco. Il virus della violenza ha scatenato circa 200 detenuti del carcere di Fuorni. Ma la protesta si è estesa anche a Poggioreale e Carinola. La scintilla dovuta alle nuove disposizioni per fronteggiare l’emergenza del Convid-19. Niente colloqui fino al 31 maggio, a sorpresa ieri i parenti dei carcerati costretti a restare fuori sotto la pioggia, tra urla e imprecazioni. E’ la scintilla che nel primo pomeriggio scatena la reazione dei detenuti che armati di spranghe di ferro ricavate dalle brande, hanno distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Dopo avere divelto le inferriate dei finestroni sono riusciti a salire sui tetti. Subito sono scattate misure straordinarie di sicurezza anche all’esterno della casa circondariale: in cielo si è alzato un elicottero dei Carabinieri per controllare dall’alto la situazione, mentre la struttura è stata circondata da carabinieri, guardia di finanza e polizia in assetto antisommossa. In serata, poi, sono intervenuti diversi mezzi dei vigili del fuoco che hanno installato i materassi gonfiabili nello spazio esterno. In carcere sono giunti anche il questore di Salerno, Maurizio Ficarra il comandante provinciale dei carabinieri e più tardi il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello. All’interno della struttura gli agenti penitenziari, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, sono entrati in azione per domare la rivolta e tenere la situazione sotto controllo. Sono iniziate così delle estenuanti trattative che i detenuti hanno respinto utilizzando gli idranti. Inutile anche il tentativo della direttrice Romano. Intanto le forze dell’ordine dovevano fronteggiare anche l’ordine pubblico esterno dove comunque non si sono registrati incidenti e le stesse attività commerciali hanno regolarmente lavorato. I familiari dei detenuti hanno denunciato come lo stop ai colloqui neghi “l’unico diritto” che ha chi è costretto all’interno del carcere. Per il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo “malcontento e disagio non possono assolutamente giustificare azioni violente che non devono verificarsi”. Una situazione di grande tensione che fortunatamente si è conclusa senza incidenti intorno alle 20 ma la situazione all’interno della casa circondariale resta esplosiva.

LE REAZIONI Per Gennarino De Fazio della Uilpa Polizia Penitenziaria nazionale “E’ assolutamente necessaria una task force che si occupi delle diverse emergenze” che si vivono in carcere, “prime fra tutte la ‘densita’ detentiva’, gli organici della Polizia penitenziaria e degli altri operatori e i modelli organizzativi”. “La rivolta nel carcere di Salerno a causa delle restrizioni ai colloqui imposte con decreto dal Governo per far fronte all’imminente rischio di diffusione del nuovo coronavirus nelle carceri sconvolge la situazione di chi vive già un disagio”, aggiungono Auricchio e Moretti. “Pur comprendendo la reazione di malcontento e lo stesso disagio della popolazione detenuta, – spiegano i due sindacalisti – nella maggior parte delle carceri la popolazione detenuta ha compreso il senso di tali restrizioni data la contingente emergenza”. “Questo ennesimo e grave evento critico – sottolineano Auricchio e Moretti – connota la precaria realtà del carcere salernitano. In piu’ occasioni abbiamo denunciato la grave criticita’ che affligge il carcere di Salerno sia a causa della carenza di personale sia a causa delle carenze strutturali e di strumenti tecnologici di difesa passiva. Appena l’emergenza sara’ rientrata – concludono – chiediamo di intervenire immediatamente per un un’incremento della dotazione organica del carcere salernitano ed un potenziamento delle risorse stanziate per un efficientamento degli impianti e degli strumenti di difesa passiva”.

La solidarietà agli agenti da Salvini e dalla Vuolo

La rivolta nel carcere di Fuorni ha provocato una fitta rete di reazioni da parte dei sindacati. . A lanciare l’allarme su quanto stava accadendo il segretario generale del Sippe, il sindacato della polizia penitenziaria Carmine Olanda che sull’emergenza Covid-19 aveva già scritto al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria suggerendo alcune misure da adottare per la prevenzione del virus. “Per tenere sotto controllo la protesta in atto sono giunti insieme ai rinforzi della Polizia Penitenziaria, anche le altre Forze dell’Ordine con l’ausilio di un elicottero che sorvola il Penitenziario. Sembrerebbe che i detenuti siano saliti anche sul tetto del penitenziario – ha dichiarato Olanda – Inutile sarebbe stata la trattativa messa in atto dal Direttore e Comandante dell’Istituto con i detenuti per cercare di farli ragionare, ma sono stati allontanati con dal getto degli idranti che i detenuti si sono procurati dalle postazioni antincendio. Una situazione di estremo pericolo, non solo per i detenuti ma anche per il personale della polizia penitenziaria; attualmente, infatti nella Casa Circondariale di Salerno sono recluse circa 520 detenuti di cui 70 sono stranieri e 41 sono donne, su una capienza regolamentare di 394 posti letto. Mentre il Personale di Polizia Penitenziaria presente è di 203 anziché essere 243. “Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – conclude Olanda – deve urgentemente mettere in campo soluzioni concrete”. A esprimere solidarietà alla polizia penitenziaria anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Massimo sostegno alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria. Legge e pugno di ferro con chi sbaglia”. Sulla questione è intervenuta anche l’europarlamentare della Lega Lucia Vuolo: “Solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria impegnati a sedare una rivolta scoppiata nel carcere di Salerno. Mi auguro che la Procura apra immediatamente un’inchiesta per chiarire le responsabilità di quanto accaduto oggi pomeriggio”, ha infatti dichiarato la leghista. “Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la rivolta sarebbe scoppiata per la soppressione dei colloqui per via dell’emergenza coronavirus – ha poi aggiunto – Tuttavia, nessun provvedimento dell’amministrazione penitenziaria può giustificare quanto accaduto. Serve il pugno di ferro e come Lega mi impegno a portare il caso della carenza di agenti all’interno delle carcere italiane all’attenzione dell’europarlamento. Questo scempio deve finire”.

Socialisti: “Avevamo già sollecitato il potenziamento dell’organico degli agenti”

“La rivolta dei detenuti, già evidentemente preannunciata lascia pensare che i problemi da noi più volte evidenziati non sono stati ancora tenuti in considerazione”. Lo dichiarano Silvano Del Duca Vittorio Cicalese, rispettivamente segretario provinciale del Psi Salerno e presidente regionale Fgs Campania in merito alla rivolta di centinaia di detenuti tenutasi ieri al carcere di Fuorni. “Fermo restando che le modalità del dissenso non trovano alcuna giustificazione, ci preme riproporre quanto più volte evidenziato nei mesi scorsi – hanno dichiarato i socialisti – Le nostre visite a cadenza regolare nelle varie sezioni del penitenziario, hanno infatti portato al rilancio di alcune proposte. Una su tutte la necessità di incrementare gli agenti di polizia presenti nella struttura (in particolare nei weekend, quando la situazione è di difficile gestione”. La proposta era stata accolta dal consigliere regionale e segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio, che ha immediatamente seguito l’iter burocratico necessario per giungere ad una fattiva risoluzione. “Bisogna garantire, in questo momento di grande preoccupazione, uguali diritti a tutti: da un lato la polizia penitenziaria, lo ribadiamo, necessita di ulteriori unità per poter gestire adeguatamente i detenuti presenti nella struttura circondariale di Fuorni; da un altro, ci teniamo a precisarlo, i detenuti necessitano di avere supporto morale e materiale da parte dei propri familiari e legali che ne seguono le vicende. Sarebbe auspicabile una soluzione mediata: magari con visite programmate e scaglionate al fine di evitare assembramenti, così come richiesto dalle disposizioni governative e regionali – hanno aggiunto Del Duca e Cicalese – Ciò detto, non possiamo assolutamente giustificare i motivi e soprattutto le modalità di tale rivolta: non è possibile difendere chi ha compiuto gesti tanto gravi. Siamo al fianco degli agenti e del direttore Rita Romano: con notevoli sforzi, stanno gestendo una situazione molto delicata che merita la dovuta attenzione.Chiediamo ancora una volta un’adeguata attenzione nei riguardi della Casa Circondariale di Salerno: la nostra proposta, lanciata da Maraio, necessita di essere attuata nel minor tempo possibile”.