Stabilizzazioni, “Ci voleva il concorso” - Le Cronache
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Stabilizzazioni, “Ci voleva il concorso”

Stabilizzazioni, “Ci voleva il concorso”

di Andrea Pellegrino

E’ approdata alla Corte dei Conti di Roma la vicenda relativa alle nove stabilizzazioni della giunta De Luca nel 2008. In primo grado i magistrati contabili avevano condannato tutti al pagamento di 66mila euro ciascuno. Ora, ad inizio novembre a Roma, la difesa ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati nel mentre il pm ha ribadito l’illegittimità della procedura con il conseguente danno erariale che, però, dovrebbe essere riformulato. In primo grado il danno è stato accertato in 596 mila euro. In sede di indagine e anche di sequestro cautelare la somma ipotizzata dalla Procura era di 851mila euro. Non si esclude che ora possa essere applicata una riduzione ulteriore in considerazione dell’effettivo lavoro svolto dai nove dipendenti stabilizzati. La pronuncia dovrebbe esserci nelle prossime settimane. Così in primo grado. Ad essere condannati al pagamento di 66mila euro circa ciascuno sono stati l’attuale vicesindaco Eva Avossa (difesa dagli avvocati Ivana e Ruggiero Musio), l’ex assessore Gerardo Calabrese, l’assessore Domenico De Maio, l’ex assessore Luciano Conforti, l’ex assessore Augusto De Pascale, gli attuali consiglieri regionali (ex assessori) Franco Picarone e Luca Cascone (assistito dall’avvocato Marcello Fortunato) e gli ex dirigenti comunali Gennaro Caliendo e Giuseppe Ientile. Assolti, invece, gli ex dirigenti comunali Carmelo Della Greca e Luigi Criscuolo. Quest’ultimo ha assunto il ruolo di direttore del settore personale solo a far data dal 31 dicembre 2010, non partecipando alla procedura contestata. Il procedimento parte da una denuncia dell’ex consigliere comunale Fausto Morrone che aveva contestato alla procura della Corte dei Conti la delibera numero 813 della giunta municipale di Salerno (l’allora sindaco Vincenzo De Luca era assente alla seduta) con la quale si trasformava il rapporto di lavoro di undici, poi nove, collaboratori. Si tratta di Corrado Marino, Gaetana Pinto, Marcello Sansone, Carla Gatto, Teresa Verzola, Pasquale Di Feo, Ruggiero Petrella, Anna Fiore e Rosaria Lo Iudice. Tutti successivamente licenziati. Alcuni degli “stabilizzati” infatti erano collaboratori esterni anche non alle dirette dipendenze del Comune. Come alcuni che sono risultati essere all’interno dell’equipe dell’architetto Bohigas (a sua volta consulente esterno del Comune, incaricato per la redazione del Prg) o in “servizio” presso il teatro comunale Verdi. Per la Corte dei Conti la delibera di giunta numero 813, «non è stato un mero atto di indirizzo per l’attivazione di generiche procedure selettive finalizzate alla stabilizzazione di precari ma è stato proprio l’atto deliberativo che ha funto da presupposto determinante ai fini dell’assunzione dei lavoratori». La procura contabile aveva eccepito inoltre che «la delibera di Giunta non ha previsto alcune procedura comparative, quindi in palese violazione dei principi concorrenziali alla base delle selezioni del personale nella Pubblica Amministrazione». Quindi – proseguono i giudici contabili – «si è trattato di grave ed inescusabile colpa dell’amministrazione comunale quella di spacciare per rapporti di lavoro subordinato le collaborazioni con la Pubblica Amministrazione, al fine di consentire la stabilizzazione».