SS18: La strada chiusa a tempo indefinito, che vergogna - Le Cronache
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SS18: La strada chiusa a tempo indefinito, che vergogna

Ci attende un nuovo weekend, non solo con pioggia e gelo, non solo elettorale, ma ancora con la strada d’accesso per Salerno chiusa al transito.
La pioggia di ieri certo non ha agevolato i rocciatori che sono ancora al lavoro al di sopra della Total Erg dell’ex Ss 18. Ma di stabilire un tempo certo o di far veicolare notizie certe neppure a parlarne. Il problema? E’ semplice: chi firmerà l’atto che dichiarerà il costone sicuro? Una domanda da più di un milione di dollari se si considera che tutto il costone roccioso del salernitano, da Positano a Sapri, è completamente marcio. Basti pensare che un pomeriggio di pioggia crea innumerevoli danni sull’intero territorio.
Un’impasse che, probabilmente, sarà complicatissimo risolvere, in considerazione anche della dichiarazione che la ditta esecutrice dei lavori di ripristino avrebbe fornito agli enti (ed in particolare alla Provincia di Salerno) all’indomani dell’intervento. In poche parole, il lavoro sarebbe stato compiuto a regola d’arte ma sulla sicurezza nessuno può avere certezza. E poi – avrebbero sollevato i tecnici dell’impresa (ricordiamo che il lavoro è stato fatto a spese della Total Erg, in quanto il costone è privato) – siamo proprio certi che a causare la frana sia stata solo la pioggia, o sia comunque un evento non calcolabile, prevedibile, e così via? Sopra il “luogo del delitto”, infatti, c’è la ferrovia, c’è l’autostrada. Insomma si cammina e ci sono vibrazioni di continuo. Ma a voler studiare tutte le cause, la strada – annunciano in molti – non aprirà mai. Si dice che i tecnici siano al lavoro ma la soluzione più amministrativa che tecnica non sembra che sia ad un passo. In tutto questo, il disagio dei cittadini vietresi, dell’intera Costiera Amalfitana e di Cava de’ Tirreni, assume caratteri paradossali. Perfino il terzo mondo si sarebbe scandalizzato. Il tutto è affidato alla Provincia di Salerno, in particolare, all’assessore Attilio Pierro che per la vicenda è assurto agli onori della cronaca e che, sostanzialmente, al momento, non sa cosa fare. Tra l’altro l’ordinanza di chiusura è stata emessa dalla Provincia e, dunque, la stessa riapertura dovrebbe essere disposta dallo stesso Palazzo Sant’Agostino. Ma in attesa di ciò?
A Salerno, tra l’altro, c’è un Prefetto (Maria Gerarda Pantalone) che a quanto pare resta abbastanza in disparte su gran parte delle vicende più scottanti. Ben inserrata, in sostanza, nel suo palazzone di Governo di Piazza Amendola.
Solo a distanza di una settimana si dice che sua Eccellenza il Prefetto abbia convocato un solo tavolo e abbia pregato la società autostrade di rendere almeno libero il passaggio nelle giornate elettorali. Insomma come più o meno avveniva con i soldati di leva che avevano tutto spesato quando si doveva andare a votare. Così potrebbe accadere per la folta popolazione che quotidianamente è costretta a recarsi a Salerno per lavoro o semplicemente perché Salerno è pur sempre il capoluogo di questa provincia.
Secondo i conti, un automobilista almeno spende quattro euro di pedaggio oltre il carburante in più, dovuto dall’enorme bypass per approdare in città. Tirate le somme la spesa è abbastanza sostenuta per ogni famiglia che si trova al di là della barriera.
E tra i tanti personaggi che come Ponzio Pilato “si sono lavati le mani” c’è anche – in pole position – il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che eccezion fatta per un piccolo passaggio sulla sua pagina Facebook nulla ha fatto per sensibilizzare gli enti preposti. Se la frana fosse caduta durante il periodo delle Luci d’Artista chissà se ci sarebbe stato tutto questo ingiustificato ed intollerante mutismo di un sindaco di una città capoluogo che definisce Europea. Chissà se il sindaco di Strasburgo, Bruxelles o Firenze (per rimanere in casa) avrebbe consentito tutto questo. Ricordiamo che la frana, seppur la strada era statale, poi provinciale, insiste sempre sul territorio di Salerno. E in più sull’arteria principale d’accesso e di uscita della città.
Anche Kafka avrebbe qualche dubbio a definire questa situazione. Figuriamoci noi. Possiamo solo appellarci a Troisi: Non ci resta che piangere in attesa che la contemplazione sia finita e chissà che nei giorni del Conclave non scenda un po’ di Spirito Santo anche sull’ex Ss 18.

 

23 febbraio 2013