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SPECIALE TERREMOTO XXXIX Quel freddo spazzato dal calore del Natale

Di ALBERTO MOSCARIELLO
Ricordo che, in quel periodo, per diversi motivi, stavo vivendo una fase delicata della mia vita. Problemi familiari mi assillavano già da tempo ma, di contro, il terremoto dell’80, devastante per la collettività, ebbe per me un tale occhio di riguardo, tanto che, quasi, nemmeno me ne accorgevo. Premetto che non avevo mai vissuto esperienze analoghe nella mia vita, tranne una piccola scossa di terremoto appena appena avvertita nel ’62. Il terremoto mi sorprese in auto ed ebbi la sensazione di una foratura, e solo dopo un po’ di tempo, quando vidi all’altezza di Torrione gente sconvolta che gridava scappando verso il mare, realizzai che si trattava del terremoto. La casa, dopo il sopralluogo dei tecnici, fu dichiarata inagibile, e con il freddo che avanzava e due bimbi piccoli, di tre e cinque anni, dovetti affrontare non poche difficoltà. Dopo una settimana circa uno dei due, assistito dalla madre, fu ricoverato in ospedale in seguito ai problemi respiratori causati dal protrarsi delle notti trascorse in auto o in alloggi di fortuna. Rimasi con l’altro figlio e con l’aiuto dei familiari riuscii a superare anche quest’altro ostacolo. Ci volle un po’ di tempo prima che la situazione tornasse normale, ma la speranza, l’approssimarsi del Natale e il verificarsi di eventi favorevoli diedero la giusta carica per credere ed avere fiducia in un futuro migliore. Così, passo dopo passo, il piccolo fu dimesso dall’ospedale, la madre riprese ad accudire anche l’altro figlio, fu ripristinata l’agibilità dell’abitazione e con il Natale, ormai alle porte, arrivò anche per me la gioia della nomina al conservatorio di Foggia, evento che completò le mie aspirazioni professionali dal punto di vista didattico.