Spazzacorrotti: in carcere l’avvocato Siniscalco - Le Cronache
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Spazzacorrotti: in carcere l’avvocato Siniscalco

Il Decreto Spazza Corrotti colpisce anche la città di Salerno: arrestato avvocato settantacinquenne. Per lui si sono aperte direttamente le porte della casa circondariale di Fuorni. Corruzione in atti giudiziari, è questa la condanna definitiva che, è proprio il caso di dirlo, ha sconvolto la vita dell’anziano e noto avvocato Salernitano Marco Siniscalco La vicenda giudiziaria è quella che nei primi anni del nuovo millennio travolse molti volti noti dell’avvocatura salernitana “prodigatisi” nel recupero delle somme di danaro giocate al lotto dagli ignari partecipi della ormai storica estrazione nazionale taroccata, i quali, secondo l’impianto accusatorio ora passato in cosa giudicata, avrebbero offerto danaro al personale dipendente del Tribunale di Eboli al fine di accelerare la fitta mole di pratiche da iscrivere a ruolo. Il settantacinquenne dovrà quindi scontare in carcere il residuo della pena per effetto della normativa entrata in vigore il 1 febbraio . Per tali reati l’avvocato Marco Siniscalico era stato condannato alla pena di tre anni e due mesi di reclusione ma, nell’attesa che gli venisse concessa una misura alternativa alla reclusione su istanza proposta dal legale, avvocato Enrico Maria Giovine, si è visto revocare siffatta possibilità dalla Procura Generale Partenopea proprio in forza dellanuova normativa cosidetta Spazzacorrotti che non consente a coloro che si sono macchiati di crimini contro la pubblica amministrazione di giovarsi di pene diverse dalla reclusione in carcere. Oltre il danno la beffa: l’anziano avvocato starebbe scontando una pena già prescritta ben prima della delibazione della sentenza d’appello risalente al lontano 2014. Nessuno se ne sarebbe accorto. Così gli avvocati Gustavo Pansini e Francesco Dustin Grancagnolo ai quali si è rivolto Marco Siniscalco intanto detenuto, preannunciano di sottoporre allo scrutinio della Corte Costituzionale l’interpretazione della nuova norma offerta dalla Procura Generale Partenopea e, all’attenzione del giudice dell’esecuzione, la paradossale situazione in cui di fatto si trova il condannato: tra le sbarre, a quanto pare, sine titulo!

red.cro.