Sotto assedio il Centro “Agape”, l’allarme dei volontari - Le Cronache
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Sotto assedio il Centro “Agape”, l’allarme dei volontari

Sotto assedio il Centro “Agape”, l’allarme dei volontari

«Questi tristi episodi stanno inevitabilmente ostacolando il complesso e arduo iter verso l’apertura del nostro Centro. La situazione è diventata davvero insostenibile. È indispensabile farci tutti carico di questa grande responsabilità, ognuno nel proprio ruolo». E’ il grido d’aiuto lanciato da “Agape Onlus”, associazione attiva da oltre un decennio nel territorio dei Picentini (Pontecagnano, Bellizzi, Montecorvino Pugliano) e dedita al sostegno dei giovani con disagi psichici e difficoltà relazionali. Lo scorso 28 febbraio si è consumato l’ultimo tentativo di furto, fortunatamente sventato, ai danni del Centro Polifunzionale Agape, in località Bivio Pratole di Bellizzi, nei pressi della villa comunale. In passato la struttura in questione, di proprietà del Comune, era stata più volte occupata e vandalizzata. Successivamente, l’amministrazione ha concesso lo stabile in comodato d’uso oneroso all’associazione che, grazie ad un progetto finanziato dalla Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha provveduto alla sua ristrutturazione, conclusasi nel settembre 2018. Pieno sostegno all’iniziativa anche da parte di “Ikea Foundation”, che ha deciso di provvedere completamente al suo arredo. Eppure, nel corso degli ultimi mesi, i malviventi non hanno perso di mira la struttura, decidendo di passare all’azione con numerosi furti e tentativi di effrazione. Lo scorso 31 gennaio alcuni ladri hanno fatto irruzione in pieno giorno nel Centro riuscendo a trafugare arredi e strumentazioni per migliaia di euro. L’arrivo del personale e dell’utenza ha messo in fuga i delinquenti prima che potessero svuotare completamente la struttura. Nonostante l’associazione abbia immediatamente provveduto a installare un sistema di allarme e videosorveglianza, gli atti vandalici non si sono arrestati, rimandando di giorno in giorno la data di inaugurazione della struttura. Da ultimo, lo scorso 28 febbraio alcuni teppisti sono riusciti a introdursi nello stabile, questa volta solo per pochi minuti grazie al tempestivo intervento dei volontari, allertati dall’impianto d’allarme. «Una razzia che ha colpito al cuore la nostra associazione» così Mafalda Di Martino, portavoce di “Agape”. «Questi tristi avvenimenti stanno inevitabilmente ostacolando il complesso e arduo iter verso l’apertura della struttura. Sebbene questa brutta esperienza ci abbia segnato profondamente, rischiando di vanificare l’impegno e i tanti sforzi profusi negli ultimi mesi per far decollare la struttura, abbiamo deciso di non demordere e di continuare a credere nel nostro progetto a favore dei giovani e delle famiglie del territorio. Stiamo seriamente pensando di munirci di una vigilanza notturna ma far fronte a un ulteriore carico oneroso comporterà sacrifici al momento insostenibili». Da qui, la richiesta di un confronto con il primo cittadino al fine di sollecitare interventi di aiuto e sostegno per far cessare gli atti vandalici in questione. «E’ diventata ancora più chiara e pressante la necessità di poter fare affidamento sulle istituzioni e su tutta la società civile, perché solo proteggendo insieme questa nostra realtà di accoglienza e cura, potremmo salvarla dal degrado sociale e dal fallimento» a sottolineato Di Martino. «Il nostro territorio ci chiede quotidianamente impegno e risposte concrete. Il centro polifunzionale Agape ha dimostrato, nonostante le enormi difficoltà affrontate finora, di voler e saper rispondere con professionalità e dedizione alle richieste di aiuto. È però ora indispensabile farci tutti carico di questa grande responsabilità, ognuno nel proprio ruolo e nelle proprie possibilità. In questo clima di paura e vulnerabilità al crimine, si rischia di far tornare la struttura nello stato di abbandono e vandalismo originario. Non possiamo permetterci di rinunciare a un progetto che ha già coinvolto numerosi giovani a cui spesso viene negato il diritto di ascolto, accoglienza e cura».

Giovanna Naddeo