Soget, indagata la presidente - Le Cronache
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Soget, indagata la presidente

Soget, indagata la presidente

C’è una sola indagata nell’inchiesta sulla Soget di Salerno, la società che si occupa della riscossione dei tributi da parte del Comune. La Procura di Salerno, che già qualche mese fa ha aperto un fascicolo, ha iscritto ora sul registro degli indagati l’amministratrice della società, Lina Di Lello. I reati contestati dal pubblico ministero Cassaniello vanno dall’abuso di ufficio, all’omissione di atti di ufficio al falso ideologico in atto pubblico. L’indagine era partita all’indomani dell’esposto presentato dal Movimento Difesa del Cittadino della provincia di Salerno. Nell’articolata denuncia venivano segnalate le anomalie riscontrate in merito all’affidamento e alla gestione dell’ente di riscossione individuato dal Comune di Salerno dal 2011. Tra queste, «la violazione delle norme procedurali in materia di riscossione. Infatti, la Soget è legittimata alla riscossione, soltanto dopo aver ricevuto il ruolo esattoriale e notificato le relative propedeutiche cartelle esattoriali». Riscossione che, sempre per il Movimento a difesa del cittadino, sarebbe «notevolmente aggressiva nei confronti degli utenti i quali sebbene debitori di piccoli importi, minacciati dell’iscrizione di ipoteche, di fermo amministrativo e pignoramento delle somme anche presso terzi». La Soget era finita anche nel mirino dell’Anac, dopo un esposto presentato dal consigliere comunale Damiano Cardiello per l’affidamento ad Eboli ed anche in questo caso ci sono già degli indagati da parte della Procura della Repubblica. L’attività istruttoria dell’Anac ha evidenziato alcune problematiche sistemiche che le amministrazioni appaltanti dovrebbero necessariamente considerare. In particolare, l’Anac evidenzia che, con sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato, è stato acclarato che la Soget spa si è contraddistinta per gravi inadempienze nell’esecuzione di un affidamento presso il Comune di Oria. La società aveva sostanzialmente perso il requisito del codice dei contratti. Dall’attività istruttoria, l’Anac ha, inoltre, appurato che la società ed i suoi amministratori sono stati oggetto di condanne penali, da cui emergono fenomeni corruttivi. Dalla nota dell’Anac si rileva, inoltre, che i fatti relativi ad errori nell’esecuzione di contratti pubblici, che vengono accertati in procedimenti penali, ancorché la sentenza non sia passata in giudicato, ove conosciute, dovrebbero essere considerate dalle stazioni appaltanti ai fini della valutazione dell’affidabilità dell’azienda. Anche per la vicenda Salerno, i consiglieri comunali d’opposizione Celano e Russomando, hanno scritto ad inizio anno a Raffaele Cantone. Di recente anche il Ministero dell’Interno si è espresso, sposando la tesi dell’anticorruzione.