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Sergio Rossi, una morte dimenticata. Ancora senza nome il suo assassino
L’escalation di criminalità ha raggiunto livelli elevati in città che probabilmente mai aveva assistito a tanta violenza. Un allarme sicurezza, è inutile negarlo, c’è ed è anche preoccupante. I dati delle operazioni delle forze dell’ordine e gli episodi di microcriminalità parlano chiaro. La fase dell’esercito, che altro non può che far da scenografia ai posti di blocco o di telecamere (disseminate ovunque a Salerno), appare alquanto superata. Quel che occorre è la presenza in strada delle forze dell’ordine. Non basta fare un salto troppo indietro per accorgersi di un primo preoccupante campanello d’allarme, quasi nascosto fin da subito. Eppure si era tratto di un vero e proprio delitto compiuto nel pieno centro di Salerno. Siamo ad inizio ottobre e la vittima, purtroppo dimenticata, è Sergio Rossi, ucciso a martellate durante una rapina. Da allora non si ha nessuna notizia. Nessun indiziato, nessun indagato. La morte del 67enne, pensionato e storico militante del Movimento Sociale Italiano, sembra sia finita completamente del dimenticatoio. Eppure è stato ucciso per pochi spiccioli e non in una zona degradata ed abbandonata ma nel cuore della cittadina, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, sul Corso Vittorio Emanuele. Insomma nella Salerno bene. Un episodio tristemente preso sottogamba e che, invece, era il preludio di una raffica di episodi che fino allo scorso weekend hanno macchiato la città e turbato la tranquillità della città di Salerno. E ci sono voluti mesi da quell’episodio, prima che venisse convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ma purtroppo c’è ancora chi vuol chiudere gli occhi, e le dichiarazioni di un consigliere comunale, durante l’ultima seduta consiliare, ne sono la più evidente dimostrazione.
Forse troppa euforia intorno al sindaco – sceriffo che scendeva in strada, come uomo solo al comando e poca sollecitazione, negli anni addietro, verso coloro che sono preposti alla sicurezza del territorio. Ora, in pochi mesi, il bilancio è già un bollettino di guerra. Solo qualche settimana fa, sempre nel cuore della città e a pochissimi passo dal luogo in cui fu ucciso Sergio Rossi, si è rischiato che i morti salissero a due.
26 marzo 2013