Sergio Parisi, da Palomonte alla conquista della Regione Campania - Le Cronache
Attualità Politica

Sergio Parisi, da Palomonte alla conquista della Regione Campania

Sergio Parisi, da Palomonte alla conquista della Regione Campania

di Erika Noschese

Da Palomonte alla conquista di Palazzo Santa Lucia. Il sindaco di Benevento Clemente Mastella sembra a buon punto con la preparazione della lista “Noi campani”, a sostegno del presidente uscente Vincenzo De Luca. Tra i candidati al consiglio regionale anche l’avvocato Sergio Parisi, ex sindaco del comune di Palomonte. Parisi, infatti, vanta un lungo trascorso personale e familiare politico da amministratore della cittadina della Valle del Sele e oggi siede tra gli scranni comunali di Palazzo di città a Palomonte, in qualità di capogruppo di minoranza, pronto a conquistare la Regione Campania per rappresentare non solo le istanze del suo territorio ma, ha detto, per provare a lavorare sulla politica del futuro, per permettere ai giovani di non andar via.

Avvocato, da Palomonte alla conquista di Palazzo Santa Lucia, perché sceglie di scendere in campo?

«E’ certamente un’impresa difficile, ma lo facciamo con la consapevolezza di poter concorrere. Abbiamo un bagaglio di esperienza alle spalle notevole e penso che ci possiamo spendere per tutelare, riguardare il territorio e portare avanti gli interessi della popolazione; in questa mia candidatura non c’è nulla di personale».

In questo momento la comunità di Palomonte sembra abbastanza compatto intorno al suo nome. Da dove bisognerebbe ripartire, secondo lei?

«Le priorità sono molteplici: penso che bisognerà porre la massima attenzione all’intera provincia, fermo restando che è importante pensare all’Alta Valle del Sele. C’è il problema delle scuole, della viabilità territoriale, bisogna attenzione i problemi relativi al dissesto idrogeologico ma la priorità maggiore resta il lavoro, la ripresa dopo il Covid che ha messo a repentaglio non solo i posti di lavoro ma anche la coscienza e la consapevolezza delle persone di poter vivere la vita: oggi, c’è questa paura che va curata, va sensibilizzata la popolazione. Ci sono una serie di cose di cui occuparsi, non che la Regione li abbia dimenticati, anzi. Credo che il presidente De Luca abbia fatto egregiamente il proprio lavoro, partendo da una posizione sfavorevole. Questa questione ha toccato un po’ tutti i governatori ma De Luca mi sembra sia stato uno dei migliori, se non il migliore ad affrontare questa problematica. Non è solo un problema di slogan, di lanciafiamme, De Luca ha affrontato nella sostanza la problematica e lo ha fatto molto bene».

Palomonte, fino ad oggi, è stato uno dei pochi comuni in provincia di Salerno Covid free. Pensa si tratti di una questione di fortuna o il merito è anche dell’amministrazione Casciano?

«Noi siamo una nazione tra l’acqua santa e l’acqua salata e quindi ci ha salvato un po’ la predisposizione del nostro paese. Può sembrare strano ma Palomonte è un paese di montagna proteso verso il mare e la mattina, verso le sette, si ha la possibilità di vedere le navi, le barche. Credo che questo ricambio dell’aria sia stato fondamentale: non so se gli studiosi attribuiscono o meno una fondamentale importanza alla salubrità dell’aria ma penso che non sarà un caso; fatto sta che le regioni del nord, chiuse, che non hanno questo ricambio dell’aria ma hanno le fabbriche, allevamenti di maiale, di polli e quant’altro, hanno avuto i problemi mentre noi che siamo protesi verso il mare siamo stati abbastanza immuni».

Lei è candidato con la lista “Noi Campani” di Clemente Mastella, a sostegno del presidente uscente Vincenzo De Luca…

«Non è stata una cosa dell’ultima ora, è stata una scelta ponderata. Più che aver scelto sono stato scelto: sono stato chiamato in questa competizione elettorale, per bagaglio di esperienza e, mi consenta, per la mia serietà. Non ho mai avuto problemi con la giustizia, sono immacolato sotto questo punto di vista; è una competizione elettorale molto difficile, bisogna far scattare il quorum ma faremo la nostra parte e poi si vedrà».

I sondaggi parlano di una vittoria del presidente uscente e del centro sinistra. Crede in questa riconferma?

«Sì, credo in questa riconferma ma le elezioni hanno un loro risvolto: è un po’ come quando piove, l’acqua viene giù, poi l’acqua da sola prende la propria direzione ingrossandosi. Mi pare che l’acqua sia scesa già per il verso giusto canalizzandosi; poi, più si sparge la voce che c’è la vittoria di De Luca più la gente non vuol perdere».

Se dovesse essere eletto quale sarà la sua battaglia prioritaria?

«La mia battaglia prioritaria è fondamentalmente legata al dissesto idrogeologico, come dicevo prima,e far si che il nostro territorio sia tutelato dal punto di vista della salubrità perché è il nostro bene più prezioso e tutto questo può creare un risvolto dal punto di vista del lavoro. Questa, alla fine, è la tragedia: una delle mie priorità è cercare di trovare gli sbocchi occupazionali per i giovani che hanno problemi per restare qui. Vanno via, cercano lavoro al nord, espatriano e questo è il problema fondamentale. Questo è anche il senso della mia candidatura: non sono nato ieri, ho un’età e cerchiamo di dare qualcosa ai giovani che rappresentano il futuro, ciò che vorremmo essere perché noi già siamo stati e abbiamo anche dato. Dobbiamo proiettarci nel futuro, il politico si caratterizzerà proprio per la capacità di prevenire, e cercate di fare le previsioni del futuro perché molti camminano a tendoni; non bisogna fare la politica dell’oggi e del domani, sicuramente va bene la politica dell’oggi ma bisogna fare soprattutto quella degli anni che verranno. Forse prima c’erano politici più lungimiranti, nonostante i problemi della prima repubblica ma noto che oggi non c’è questa grande preparazione, forse anche a causa di questo sistema elettorale che a me non piace. Vengono elette delle persone o per caso o per la posizione e, da avvocato, mi pongo il problema del risvolto costituzionale di una legge che consente a chi viene posto in una posizione utile di essere eletto. Il listino è formato da 6 persone: chi è al primo posto ha buone possibilità di essere eletto, chi è al sesto ha possibilità molto ridotte ma l’articolo 3 della Costituzione parla di un’uguaglianza che andrebbe ricercata anche in questo, nel dare a tutti la stessa possibilità».