di Francesco Carriero Una manifestazione indelebilmente marchiata dal dolore, per il gesto dettato dalla disperazione di un operaio della comunità montana Irno Solofra, che si è tolto la vita nella mattinata di ieri. Franco Argenio, 55enne, sposa e con due figli, ha deciso di porre fine alle sue angosce gettandosi in un profondo pozzo di Aiello sul Sabato, comune dell’avellinese di cui era originario e nel quale viveva. Era uno dei tanti operai idraulico forestali che da diciassette mesi non percepiscono lo stipendio e che nel corso delle ultime settimane hanno inscenato diverse manifestazioni di protesta. L’ultima in ordine di tempo, doveva essere quella di ieri mattina, con il presidio in piazza Amendola assieme ai rappresentanti delle segreterie provinciali, per lo sciopero generale contro il la Legge di Stabilità del Governo Letta. Ma la manifestazione è durata meno del previsto, visto che come un fulmine, sui presenti si è abbattuta la notizia della tragedia, improvvisa ma in qualche modo preannunciata. Non meno di due settimane fa, quando Argenio tento di togliersi la vita, questa volta ingerendo delle sostanze velenose, in quel caso fu salvato, ma evidentemente lo stato di angoscia per non poter contribuire al benessere della propria famiglia ha avuto il sopravvento spingendolo ancora una volta ad un gesto estremo. Qualche tempo dopo un altro operaio idraulico forestale, originario di Mercato San Severino, aveva provato a togliersi la vita impiccandosi. L’intervento in extremis di alcuni amici aveva impedito il compimento della tragedia. A ritrovare l’uomo è stato il fratello, anche lui operaio idraulico forestale, che non vedendolo rincasare, era andato a cercarlo nelle campagne nei pressi dell’abitazione. Fatto il macabro ritrovamento, l’uomo ha allertato le forze dell’ordine e avvertito i colleghi presenti alla manifestazione. Appresa la scioccante notizia, i colleghi di Argenio, mentre i segretari di Cgil, Cisl e Uil erano a colloquio in Prefettura, hanno abbandonato la piazza per occupare via Roma, bloccando il traffico stradale per circa un’ora. «Non ne possiamo più – dichiara visibilmente scossa Giovanna Basile, segretaria della Flai Cgil – da 17 mesi gli operai sono senza stipendio e alle volete l’orgoglio e la disperazione di queste persone che non possono mantenere i propri cari, gli spinge a gesti estremi. Chiediamo che questi episodi non si ripetano più attraverso l’impegno delle istituzioni. Bisogna restituire la dignità ai lavoratori». Esprime la propria solidarietà al lavoratore, anche il primo cittadino di Salerno, Vincenzo De Luca: «Esprimo il più profondo cordoglio ai familiari, agli amici, ai compagni di lavoro – dichiara – per il tragico suicidio dell’operaio idraulico forestale Franco Argenio. Un gesto estremo frutto della drammatica esasperazione umana e sociale di un uomo, di un lavoratore privo da mesi dello stipendio e di prospettive di lavoro futuro. Una condizione drammaticamente diffusa, oggi nel nostro Paese, che mortifica la dignità personale e spinge a gesti mortali. Proprio lunedì scorso avevo incontrato una delegazione di operai idraulico-forestali sollecitando l’impegno delle istituzioni regionali e nazionali per la soluzione di un problema grave che riguarda nel nostro territorio migliaia di lavoratori e famiglie. Gli operai idraulico forestali svolgono una preziosa funzione di presidio del territorio e di tutela dell’ambiente che va salvaguardata e valorizzata. La morte di Franco Argenio rappresenti per tutti un monito perenne affinché si trovi una soluzione adeguata». Un messaggio di cordoglio arrica anche dall’Uncem: «L’Uncem nazionale e campano – scrive Vincenzo Luciano, vice presisidente dell’Uncem – esprimono un dolore profondo e provano vergogna per quanto siamo costretti da anni a fronteggiare con i lavoratori sui nostri territori; mendichiamo col cappello in mano un diritto come se fosse un favore, e intanto la gente muore e con essa muore anche la speranza di chi resta. Siamo stanchi di contare le vittime della mancata cura e manutenzione dei territori ed oggi siamo indignati per Franco, vittima e simbolo del mancato riconoscimento di un diritto fondamentale per ogni lavoratore, quello di lavorare ed essere pagato».
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