La tradizione è stata rispettata, anche ai tempi del coronavirus. Ieri pomeriggio Salerno ha festeggiato l’alzata del Panno di San Matteo, che segna i trenta giorni matteiani, ovvero i trenta giorni dalla festa del Santo Patrono. Certo non vi sono stati i consueti festeggiamenti e cerimonie come negli anni passati. Le celebrazioni quest’anno sono state più brevi e per poche persone. le sedie sono state distanziate, tutti con mascherina, così come impone il periodo. Nell’atrio del Duomo l’Arcivescovo Metropolita Andrea Bellandi, insieme con il parroco don Michele Pecoraro che durante la celebrazione eucaristica ha detto “Per fare la processione ci vuole la fede, ma la fede non ha bisogno della processione”, hanno accolto i fedeli e le autorità. Tra queste il vice sindaco di Salerno Eva Avossa, in rappresentanza dell’intera amministrazione comunale cittadina. “E’ una cerimonia un po’ diversa da quella che l’anno scorso, appena arrivato a Salerno ho presieduto, ha detto l’Arcivescovo rivolgendosi ai fedeli – ed è appunto un mese matteano che inizia in circostanze non prive di interrogativi, di preoccupazioni e incertezze. Sarebbe, tutta via sbagliato, cedere al lamento ,al rimpianto, alla disilussionem aspettando solo che questo momento così drammatico passi presto. Certo lo speriamo, preghiamo per tutto questo, ma non possiamo permetterci di sospendere il nostro cammino in attesa di tempi migliori. Un errore opposto, sarebbe quello di fingere che sia tutto uguale. Non è tutto uguale e dobbiamo renderce conto, anche nei prossimi mesi, con tutta la resposnabilità che siamo chiamati ognuno personalmente ed ogni istituzione ad avere. Tuttavia – ha proseguito monsignor Bellandi – cedere semplicemente al rimpianto sarebbe un’occasione persa, perchè se Dio permette questa circostanza, come ogni circostanza della vita è perchè dobbiamo imparare qualcosa. Dobbiamo mettere a frutto anche le circostanze più faticose e più misteriose. Esse – conclude – diventano una sfida nella nostra vita, quella sfida che il Papa ha richiamato, in quel bellissimo discorso che fece il 27 marzo in paizza San Pietro, la sera, con la domanda, appunto, di dove noi poggiamo la nostra speranza? dove poggia, direi, la speranza del nostro cammino umano”. Grande emozione al momento dell’alzata del panno di San Matteo Apostolo, recentemente restaurato grazie all’intervento dell’Inner Wheel C.A.R.F. presieduto da Milly Marino e dalla Fondazione Comunità Salernitana ed è stato affidato alla ditta Vassallo Antiques, centro restauri di Montecorvino Rovella specializzata in questo settore da quattro generazioni. “L’Inner – sottolinea la past president Diana Sardone Di Lorenzo – è da sempre sensibile alla realizzazione del restauro di opere significative per la nostra città, in particolare mi preme sottolineare la valenza simbolica oltre che sacra del Panno di San Matteo, simbolo autentico dell’identità salernitana”. “Il restauro del patrimonio storico-artistico – spiega la presidente della Fondazione Comunità Salernitana, Antonia Autuori – è una delle finalità della Fondazione della Comunità Salernitana e negli anni si è consolidata la collaborazione con l’Inner Wheel che propone sempre interventi interessantissimi sia per la valenza artistica che culturale”.
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