Sconto di pena e libertà per il “Brasiliano”: Era accusato di traffico internazionale di stupefacenti e, al momento resta l’unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo - Le Cronache
Cronaca Giudiziaria

Sconto di pena e libertà per il “Brasiliano”: Era accusato di traffico internazionale di stupefacenti e, al momento resta l’unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo

Sconto di pena e libertà per il “Brasiliano”: Era accusato di traffico internazionale di stupefacenti e, al momento resta l’unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo
di Pina Ferro
Sconto di pena e immediata scarcerazione per Bruno Humberto Damiani De Paula, meglio noto come il “brasiliano”.
L’uomo, difeso da Michele Sarno, è accusato, in questo procedimento, di spaccio intenazionale di stupefacente. Nel tardo pomeriggio di ieri i giudici della Corte d’appello di Salerno hanno emesso una sentenza di condanna a carico dell’imputato di due anni e 11 mesi. In pratica è stata più che dimezzata la pena inflitta dai colleghi di primo grado che avevano condannato il brasiliano a 6 anni e 4 mesi. Ieri i giudici dell’appello hanno tenuto conto del comma 4, ovvero della lieve entità del reato. Il brasiliano è stato su tutte le cronache all’indomani dell’omicidio del sindaco di Pollica Angelo  Vassallo. Al momento, infatti,  Damiani De Paula risulta essere anche l’unico indagato per l’omicidio del sindaco pescatore.  Il Brasiliano, che parla e comprende benissimo l’italiano, si è sempre dichiarato innocente e nel corso del riesame effettuato durante l’ultima udienza prima della sentenza di primo grado ha sostenuto  di aver fatto uso di sostanze stupefacenti, senza però aver mai spacciato droga. E sui rapporti fra lui e Francesco Avallone (l’allora genero di Vassallo), Damiani disse: «Io e Francesco ci conoscevamo sin da bambini perché giocavamo a pallone insieme. Eravamo compagni, non proprio amici. I nostri rapporti erano normali, una frequentazione fra conoscenti. Ci incontravamo spesso al bar».
Damiani all’epoca affermò anche  di sapere che lo stesso Avallone faceva uso di droghe, negando però di avergliene mai vendute o regalate delle dosi.
«Qualche volta è accaduto che io Francesco consumassimo “roba” insieme – disse Damiani – lui spacciava ed è capitato che mi proponesse di acquistare insieme delle dosi. Io però, non glien’ho mai data…».
E alla domanda se fra lui e Avallone c’erano stati dei contrasti, Damiani rispose di essersi scontrato con Francesco per altri motivi: «Io e lui non andavamo d’accordo sui tornei di calcio», sostenne dinanzi alla corte. Per quanto riguarda poi i fratelli Materazzi, Damiani ha disse di conoscerli perché, oltre ad essere amici di famiglia da una vita, hanno un lido in cui lui andava spesso a fare il bagno e a mangiare d’estate con la sua famiglia. Nel corso del riesame in aula, Damiani ha poi rivelato di essere un consumatore occasionale di cocaina e hashish (ne acquistava 5-10 grammi ogni settimana, per un totale
di 500-600 euro) e di avere acquistato la droga anche da Francesco Avallone nell’estate del 2010. Al termine dell’udienza, il giudice Lombardo ha concesso a Damiani di abbracciare i suoi familiari, che fino all’ultimo hanno sperato in un’assoluzione del loro caro.