Sale d’attesa della stazione di Salerno aperte di notte per dare riparo a chi non ha una casa durante questi giorni di freddo intenso. Calano improvvisamente le temperature e a Salerno scatta l’allerta freddo. I soggetti più a rischio sono indubbiamente i senzatetto che vivono per le strade e si arrangiano come possono, coprendosi con cartoni e riparandosi in alloggi “di fortuna”. È difficile fare una stima precisa di quanti clochard popolino Salerno, ma non è improprio parlare di vera e propria emergenza. Le previsioni dei prossimi giorni non sono incoraggianti, annunciando temperature sempre più in picchiata e scatta, quindi, l’allarme delle associazioni che si occupano degli indigenti. È stata anche già disposta l’apertura delle sale d’attesa della stazione di Salerno ma, non potendo accogliere un numero molto alto di persone, esse non possono che essere una soluzione precaria, di una sera al massimo. «La Protezione Civile è già pronta per correre ai ripari – annuncia Luigi Barnabò, vice presidente della commissione politiche sociali del Comune di Salerno – ma è necessaria la collaborazione di tutti». «Il mio auspicio – continua – è che possa presto nascere una task force, ancora più forte di come è già avvenuto in passato, composta da tutte le organizzazioni sul territorio, istituzionali e non». Anche la Caritas diocesana di Salerno sta dando il proprio contributo per limitare, quantomeno, i rischi di questa minaccia. «I centri in nostro possesso sono tutti attivi e pronti ad accogliere i bisognosi – spiega don Marco Russo, direttore della Caritas – e anche durante il giorno giriamo per le strade per fornire ai senzatetto ciò di cui hanno bisogno, coperte e pasti caldi». Questi giri per la città sono fondamentali: spesso, infatti, si è verificato che, nonostante l’organizzazione di eventi di un certo respiro proprio a favore dei bisognosi, essi però non si siano presentati in grande numero, o perché non informati o perché impossibilitati a muoversi. È la montagna, quindi, a dover andare da Maometto. Quello della Caritas, tuttavia, è un servizio attivo tutti i giorni e «non solo una volta all’anno» ma, di fronte ad una simile emergenza, servono rinforzi: «Non ci muoviamo solo in vista di un’emergenza – afferma don Marco – semplicemente lavoriamo nel silenzio, ma sarebbero necessarie ulteriori misure che, però, non dipendono da noi». È proprio don Marco, infatti, a sollecitare durante un’intervista a Radio Alfa la costruzione di una vera e propria “Casa dell’accoglienza”, progetto sicuramente ambizioso, ma che sarebbe l’ideale per tamponare una simile necessità. Dalila Pergamo
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