Scandalo mense, a Maiori carne surgelata e poi scongelata più volte ai bimbi - Le Cronache
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Scandalo mense, a Maiori carne surgelata e poi scongelata più volte ai bimbi

Scandalo mense, a Maiori carne surgelata e poi scongelata più volte ai bimbi

di Andrea Pellegrino Con la complicità di un macellaio conservava carne cruda appena porzionata – per un periodo superiore a tre giorni- nel congelatore per poi destinarla ai bambini della mensa di Maiori. Poi il cibo veniva congelato e scongelato senza badare troppo a quanto dettato dalla normativa, restando a terra anche per più di trenta minuti o dirottato in altre mense. E la stessa cosa avveniva per il cibo destinato ai celiaci. Ma questi erano solo alcuni degli episodi denunciati a Maiori e scoperti nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in manette undici persone, tra cui Eleonora Pisani (ai domiciliari), responsabile del servizio mensa di Maiori. Qui nel Comune della Costiera Amalfitana un provvedimento restrittivo – obbligo di firma – è toccato anche all’ex vicesindaco Antonio Romano (giunta Della Pietra) che si sarebbe adoperato per far vincere l’appalto per la refezione alla Puliedil. Ma la Pisani era la referente a Maiori (suo comune di residenza) dei Summa, titolari delle ditte Puliedil e Sistesi, finiti anche loro al centro dell’inchiesta, con il ruolo di “promotori ed organizzatori” dell’associazione a delinquere dedita all’accaparramento di appalti per la refezione scolastica. E’ lei che mantiene i rapporti con i politici locali, ed è lei che grazie ai rapporti con l’ex vicensindaco Romano e con il fratello dell’ex sindaco Antonio Della Pietra interviene fin dalla fase della predisposizione del bando di gara. Ed è sempre la Pisani che, allo scoppiare del “caso surgelati” alla scuola di Maiori che con toni bruschi minaccia le maestre dell’istituto comprensivo: «Fate attenzione perché comunque sono gente di Napoli e voi ve la fate tutte le sere sul Valico e non fate nessuna testimonianza perché poi non vi posso garantire niente». Ed è sempre ed ancora lei che promette posti di lavoro, ricevendo suggerimenti di persone vicine all’ex amministrazione comunale ed assumendo anche in nero o ancora retribuendo le dipendenti in misura inferiore a quanto risulta dalle buste paga. Per la gara di Maiori la Pisani s’affida all’ex vicesindaco Romano. Un rapporto di amicizia tale che con lui fin da subito può discutere del modo in cui sarebbe opportuno predisporre il bando di gara, su indicazione dei Summa. Romano, però, dalla sua benché collaborativo non riesce a portare a termine la missione, con la commissione che elabora un bando diverso e non “cucito su misura” della Puliedil. Ma l’ex vicesindaco non si rassegna e mantiene ancora rapporti con la Pisani, ottenendo la promessa di assunzione di una cognata. Le intercettazioni. La vicenda è ricostruita dai magistrati titolari dell’inchiesta dalle varie intercettazioni che intercorrono tra la Pisani, i Summa e gli ex amministratori del comune di Maiori. Con un linguaggio criptico cercano di “non farsi scoprire”, addirittura sfociando in un contesto sessuale, quando il vicesindaco in codice diventa “un’amica” verso la quale fare “una proposta di venire a letto e di pagargli almeno l’albergo”. Ed in quest’ultima telefonata si fa riferimento anche ad un prelevamento ipotetico di una somma di denaro di 20 mila euro.