Scambio politico mafioso: arrestati i fratelli D'Auria. Obbligo di firma per D'Onofrio - Le Cronache
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Scambio politico mafioso: arrestati i fratelli D’Auria. Obbligo di firma per D’Onofrio

Scambio politico mafioso: arrestati i fratelli D’Auria. Obbligo di firma per D’Onofrio

La Dia ed i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno messo a segno una importante operazione antimafia, in esecuzione di provvedimento cautelare emesso dal Gip presso il Tribunale di Salerno su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti del clan Fezza-Petrosino D’Auria. Otto – complessivamente – le misure cautelari eseguite (2 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 obblighi di firma)

Ai vertici del clan e ad altri è contestata l’associazione di tipo mafioso finalizzata allo scambio politico-mafioso, alle estorsioni e all’illecita concorrenza, reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

L’indagine, condotta dalla Sezione Operativa della Dia di Salerno con il Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno e il Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore (Salerno), ha consentito di colpire gli affari economici illeciti del clan, che imponeva il proprio controllo su diverse attività produttive e di erogazione di pubblico servizio nell’agro paganese.

Il nuovo blitz messo a segno dai carabinieri ha portato agli arresti dei fratelli D’Auria, Antonio e Michele, ritenuti il legame dei clan con la politica. Obbligo di firma, invece, per l’ex vicesindaco di Pagani (nella giunta Gambino) e già consigliere provinciale, Massimo D’Onofrio.

Diverse le perquisizioni dei carabinieri, una anche nell’abitazione del consigliere regionale Gambino.

In particolare, la lente d’ingrandimento degli investigatori è stata puntata sul settore ortofrutticolo: il clan, con la complicità di imprenditori del settore delle trasformazioni e del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, sarebbe riuscire ad ottenere il totale controllo del settore, tramite l’eliminazione di qualsiasi forma di concorrenza.

In totale sono indagate 53 persone, sequestrate società e conti correnti per tre milioni