Scafati. Politica. Basta sfottò e olè, palla al centro. Vince chi la butta dentro... l’urna - Le Cronache
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Scafati. Politica. Basta sfottò e olè, palla al centro. Vince chi la butta dentro… l’urna

Scafati. Politica. Basta sfottò e olè, palla al centro. Vince chi la butta dentro… l’urna

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E’ la “partita dell’anno”, e volendola ironicamente schematizzare e sintetizzare come un incontro di calcio, ne escono due compagini agguerrite, i “pro decadenza” e i “contro decadenza”. Del resto, questa questione ha scosso molto gli equilibri consiliari, arrivando anche alla campagna “acquisti” dell’ultima ora, che ha spostato consiglieri comunali dalle originarie posizioni. Allenata da Pasquale Aliberti con la supervisione della segretaria Immacolata di Saia e dell’avvocato Francesco Romano, la “Pro” schiera un modulo 4-4-2. In porta, a capo della difesa, il fedelissimo Mimmo Casciello, stacanovista difensore della ragione del primo cittadino. In difesa coloro che hanno sempre sottoscritto ogni nota indirizzata al presidente Coppola, i “senza dubbio”: Francesco Vitiello, Alfonso Pisacane, Daniela Ugliano,Teresa Fomrisano. A centrocampo i moderati, schierati a copertura delle incursioni della minoranza: Carmela Berritto, Bruno Pagano, Diego Del Regno, e l’esterno (di opposizione) Filippo Quartucci. In attacco una coppia di ferro, la pasionaria Brigida Marra e Michele Raviotta. Quest’ultimo, seppur formalmente eletto in minoranza, negli ultimi mesi ha fatto registrare un numero di “presenze” di fianco al primo cittadino tali da far vacillare finanche Mimmo Casciello. Ai fini della immediata esecutività occorrono però altri due componenti, ed è qui che entra in gioco la panchina, composta dagli “indecisi” Alfonso Carotenuto e Pasquale De Quattro. Nelle ultime ore circola voce che entrambi siano sulla strada del ravvedimento, e non si esclude un ingresso in campo fin dal primo minuto per Carotenuto, che potrebbe togliere posto da titolare a Filippo Quartucci. E’ considerato componente della compagine dei “contro” Roberto Barchiesi, che non dovrebbe sedere neanche in panchina con la sua maggioranza. Il consigliere di Uniti per Scafati sembra essere deciso, a lui non piace l’attenzione che la Magistratura sta riservando sul procedimento della decadenza, come non è piaciuta la seduta consiliare del 27 tenuta nonostante la nota del vicario prefettizio che ne evidenziava i profili di illegittimità.

 

Tra ricorsi al Tar e alla procura della repubblica da settimane si procede nel caos

E’ stato presentato ieri mattina il ricorso al Tar per l’impugnazione della delibera 59 prodotta dal consiglio comunale del 27 novembre scorso, una seduta su cui pende anche la scure della Procura di Nocera Inferiore che avrebbe aperto un fascicolo ai danni del sindaco Pasquale Aliberti, della consigliera Teresa Formisano, del responsabile Avvocatura Francesco Romano e dei tecnici dell’ufficio Urbanistica. L’accusa è abuso di ufficio, secondo il Pm e a seguito di due esposti dei nove consiglieri comunali, dietro il procedimento di decadenza di Aliberti ci sarebbero anomalie amministrative finalizzate alla ricandidatura per il terzo mandato consecutivo del primo cittadino. Non solo, la convocazione della seduta contestata “presenta profili di illegittimità” (secondo la nota prefettizia a firma del vicario Giuseppe Forlenza) in quanto convocata d’urgenza da Teresa Formisano, nella sua qualità di consigliere anziano, visto che alla richiesta di diversi esponenti della maggioranza il presidente Pasquale Coppola ha preferito agire in autonomia e fissare due sedute, al 1° e 9 dicembre. Un caos istituzionale con la maggioranza alla ricerca quasi spasmodica di anticipare i tempi, contro l’inerzia di Coppola, deciso a sfruttare ogni giorno utile che la legge gli concede. Si potevano accorciare i tempi? Certo, ma Coppola, su pressanti richieste della minoranza, ha preferito attenersi scrupolosamente a legge e Statuto. Quattro consigli comunali in meno di un mese, una media impressionante, rispetto ai sei mesi di “vuoto” registrato dal novembre 2014 all’aprile 2015. Aliberti per potersi ricandidare deve chiudere il procedimento entro il 16 dicembre. Il sindaco e il presidente del consiglio comunale durante il week end si sono scambiati messaggi telefonici finalizzati a stemperare le polemiche e moderare i toni, nel rispetto dei rispettivi ruoli istituzionali. Aliberti avrebbe chiesto un incontro a Coppola, che seppur accettando e ringraziando, non ha però indicato il come, dove e quando. Ieri mattina i due, entrambi presenti a palazzo Mayer, non si sono incrociati. All’ordine del giorno mercoledi sera ci sarà il secondo step per la fase di decadenza, che la maggioranza ha già votato nel contestato consiglio comunale del 27. Nel deliberato prodotto in questa data è stato inserito un emendamento che “autoconvoca” il consiglio al 9, per l’ultima fase, e cioè la dichiarazione di decadenza. Non avendo però all’odg questo deliberato, è probabile che la maggioranza ricorra ad un emendamento quale scorciatoia. Superato questo scoglio (ammesso e non concesso) sarebbe poi corsa all’immediata esecutività. Tredici voti per rendere immediatamente efficace la delibera, numeri che, almeno alla vigilia, Aliberti non sembra avere. Si arriva a dodici, compreso le due stampelle di minoranza Filippo Quartucci e Michele Raviotta. Un consiglio comunale che si prosetta ancora più teso e acceso di quello del primo dicembre, dove più volte si è sfiorata la rissa, tra lunghi e ripetuti battibecchi tra i componenti l’assise. Uno scontro che non ha escluso nessuno, nemmeno la segretaria comunale Immacolata di Saia, accusata a più riprese di essere apertamente di sostegno al sindaco.     (a.f.)

L’opposizione risponde con un 4-4-2

La compagine dei “contro” pure è agguerrita, e, avendo dalla sua la nota del vice Prefetto Giuseppe Forlenza, è intenzionata a dare “battaglia” affinché il procedimento della decadenza proceda secondo la tempistica indicata dal T.U. e senza emendamenti finalizzati ad accorciarne i tempi. Una minoranza compatta, nonostante le diverse posizioni ideologiche di partito. Partito Democratico, Fratelli D’Italia e i dissidenti eletti in maggioranza Pasquale Coppola (presidente del consiglio) e Pasquale Vitiello sono pronti a scendere in campo. Anche per loro un 4-4-2. In porta Angelo Matrone, il giovane consigliere di Fratelli D’Italia, a lungo considerato “stampella” alibertiana, non solo è contro a ciò che lui stesso ha definito “farsa vergognosa” ma addirittura è stato scelto quale portavoce delle ragioni della minoranza durante il consiglio comunale contestato del 27 novembre. A difesa il gruppo consiliare del Pd: Marco Cucurachi, Michele Grimaldi, Nicola Pesce, Michelangelo Ambrunzo. A centrocampo Cristoforo Salvati, Pasquale Coppola, Stefano Cirillo, Roberto Barchiesi. In attacco la coppia Mario Santocchio e Pasquale Vitiello, veri “trascinatori” della compagine schierata contro la decadenza. Cirillo, consigliere ancora di maggioranza, si è “autoescluso” dal consiglio comunale dopo lo scontro con il primo cittadino Pasquale Aliberti, che in aula bocciò senza mezze misure il regolamento per le riprese streaming delle Assise, preparato dalla commissione Statuto di cui Cirillo era presidente. Roberto Barchiesi non è un fuoriuscito di maggioranza, anzi, però sul tema fin dalle prime battute ha espresso una netta posizione contraria. Non è escluso che sia assente mercoledì sera.      (a.f.)

 

L’arbitro: Immacolata Di Saia

La segretaria generale Immacolata Di Saia è l’arbitro della partita politica che da settiomane tiene bloccata la città. Dalle opposizioni è accusata di parteggiare per la squadra del sindaco Pasquale Aliberti. Abbottonata, silenziosa va avanti senza tentennamenti ed è passata indenne anche tra mille difficoltà. Per la maggioranza un professionista impeccabile, per la minoranza l’arma segreta di Aliberti    (g.p.)

 

Il guardalinee: Francesco Romano

L’avvocato Francesco Romano è responsabile del settore avvocaturadel Comune di Scafati. Può essere considerato il guardialinee perchè più volte consultato in questi giorni per il suo ruolo. Anche le opposizioni hanno da ridire sull guardialinee come in ogni importante incontro calcistico. Anche lui evitana una sovraesposizione eprsonale in questo perdiono incandescente.          (g.p.)

 

Il quarto uomo: Giuseppe Forlenza

Il quarto uomo è il viceprefetto giuseppe Forlenza. Ha un ruolo choave nella partita che ha visto contestato il consiglio comunale del 27 novembre scorso, convocato da Teresa Formisano e non dal presidente Pasquale Coppola. Un ruolo di quarto uomo, anche se finora no ha fatto moltissimo, che potrebbe esserrgli soffiato dai giudicid el Tar, al quale hanno fatto ricorso  le opposizioni consiliari o dalla procura.