Scafati. L'Anac boccia le nomine di Granata (Scafati Solidale) e Ametrano (Scafati Sviluppo) - Le Cronache
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Scafati. L’Anac boccia le nomine di Granata (Scafati Solidale) e Ametrano (Scafati Sviluppo)

Scafati. L’Anac boccia le nomine di Granata (Scafati Solidale) e Ametrano (Scafati Sviluppo)

Di Adriano Falanga

Scure di Raffaele Cantone sui cda dell’Istituzione Scafati Solidale e della società di trasformazione urbana Scafati Sviluppo. Il presidente dell’autorità Anticorruzione ha dichiarato illegittime le nomine del presidente della Scafati Solidale Andrea Granata e dell’amministratore delegato della Scafati Sviluppo, Mario Ametrano. Ma andiamo per ordine, l’esposto all’Anac parte (per sua stessa ammissione) da Mario Santocchio, consigliere comunale di Fratelli D’Italia. L’Autorità Nazionale Anticorruzione si riunisce il 10 dicembre 2015 ed emette la delibera 156. “Si rappresenta che con decreto n. 1 del 21 gennaio 2015, il Sindaco – in violazione di quanto disposto dall’art. 7 d. lgs. n. 39/13 – ha nominato nel consiglio di amministrazione dell’Istituzione Scafati Solidale (in realtà i nominativi sono coperti da omissis) i signori Andrea Granata, Luca Celiberti, Raffaele Di Rosa ed ha confermato quale Presidente Andrea Granata – si legge nella delibera – sebbene tutti siano stati consiglieri comunali fino al maggio 2013. Inoltre, nella segnalazione si prospetta l’inconferibilità dell’incarico di amministratore delegato nella Scafati Sviluppo al signor Mario Ametrano, avvenuta il 31.12.2014 in quanto anche quest’ultimo è stato a sua volta consigliere comunale di fino a maggio 2013”. L’Anac però prende in esame le sole nomine di Granata e Ametrano, non rilevando profili di inconferibilità in Celiberti e De Rosa, e spiega il motivo. “Per incarichi di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico, si devono intendere «gli incarichi di Presidente con deleghe gestionali dirette, amministratore delegato e assimilabili, di altro organo di indirizzo delle attività dell’ente, comunque denominato, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico».

Nel caso di specie, è dallo stesso statuto che si evince come il presidente del consiglio di amministrazione sia titolare di poteri gestionali, tra cui l’adottare sotto la propria responsabilità, in caso di necessità o urgenza, i provvedimenti di competenza del Consiglio di Amministrazione sottoponendoli alla sua ratifica nella prima seduta utile; e soprattutto: autorizzare la costituzione dei rapporti obbligatori; assistere e/o rappresentare il Sindaco o l’Assessore delegato, nella definizione di accordi, conferenze di programma e di servizi, istruttorie pubbliche ed altre similari iniziative aventi ad oggetto la materia dei servizi sociali; adottare gli atti previsti dal Regolamento”. Poteri che i componenti del consiglio di amministrazione non hanno. “Peraltro – continua la delibera – si ritiene che tale situazione di inconferibilità sussistesse sin dal momento della prima nomina quale Presidente, avvenuta con decreto del Sindaco n. 46 del 31 ottobre 2013”. Quanto alla nomina di Mario Ametrano quale amministratore delegato della Scafati Sviluppo, l’Anac evidenzia le stesse criticità: “si ritiene ricorra certamente una situazione di inconferibilità, trattandosi della nomina quale amministratore delegato di una società in controllo pubblico, di un ex consigliere comunale”. Ciò constatato, Raffaele Cantone delibera che il Comune di Scafati deve contestare le rilevate cause di inconferibilità ai soggetti cui è stato conferito l’incarico, dichiarare la nullità della nomina ed irrogare la sanzione ex art. 18 del d.lgs. n. 39/2013”. Non solo, oltre a rischiare di dover restituire quanto percepito, i due amministratori rischiano anche l’accusa per aver dichiarato di non essere nella posizione di inconferibilità”.

Una tegola pesante per la Scafati Sviluppo, già in forte difficoltà con la banca che deve erogare il mutuo per completare il progetto di riqualificazione dell’area Ex Copmes. Lancia pesanti strali Mario Santocchio: “questo dimostra il voto di scambio, il sindaco Pasquale Aliberti fonda il suo consenso sul clientelismo becero”. Santocchio spiega di aver presentato l’esposto dopo che in Consiglio comunale il primo cittadino ad una sua interrogazione in merito rispose che tutto era regolare. “Aliberti compra il consenso politico suo e della moglie con queste nomine illegittime – poi, quasi a profetizzare- e molto altro deve ancora venire”.