Scafati. La triade irrompe nel Consorzio farmaceutico: "restituire le indennità non dovute" - Le Cronache
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Scafati. La triade irrompe nel Consorzio farmaceutico: “restituire le indennità non dovute”

Scafati. La triade irrompe nel Consorzio farmaceutico: “restituire le indennità non dovute”

Di Adriano Falanga

Rischiano di dover restituire 7 o 5 anni di indennità percepita, i componenti degli organi di indirizzo e controllo del Consorzio Farmaceutico Intercomunale. Dopo l’Acse e la Scafati Sviluppo, come da cronoprogramma, la commissione straordinaria arriva al Cfi dove il Comune di Scafati è socio di maggioranza, detenendo il 41% del capitale. In convenzione anche i comuni di Capaccio, Eboli, Salerno, Cava dei Tirreni. La triade ha subito chiesto contezza degli atti prodotti e una relazione (con cadenza mensile) sulle attività gestionali, amministrative ed economiche dell’ente. Non solo, i commissari intendono anche verificare eventuali posizioni di incompatibilità dei componenti di tutti gli organi consortili, a partire dal cda, dove presidente è lo scafatese Andrea Inserra, già presidente del consiglio comunale, mentre a sedere nel consiglio c’è Filippo Accardi, nominato da Pasquale Aliberti dopo la sua esperienza come assessore alla Pubblica Istruzione. Secondo lo slogan “Impegno, competenza e serietà” lanciato dal prefetto Gerardina Basilicata, i commissari hanno chiesto un parere presso la Corte dei Conti in merito al recupero delle indennità corrisposte ai membri del cda a far data dall’entrata in vigore della legge 122/2010. Andiamo per ordine. E’ il 28 marzo 2017 quando l’assemblea dei soci si tiene presso lo studio salernitano del notaio Giovanni De Bartolomeis. All’ordine del giorno anche l’adeguamento ai nuovi riferimenti normativi (appunto le legge 122 del 2010) dello statuto del Consorzio. Presenti i soci, nella persona di Raffaele Barlotti per Eboli; Gerardina Basilicata, Maria De Angelis e Augusto Polito per Scafati, Roberto De Luca per Salerno, Massimo Cariello sindaco di Eboli, e Paola Moschillo per Cava dei Tirreni. Viene definita la natura dell’ente, che in quanto Consorzio, è un ente pubblico non economico, dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale. I nuovi riferimenti normativi e soprattutto la natura di ente pubblico non economico del Consorzio, comporta l’azzeramento di ogni indennità di carica percepita dai componenti lo cda.

1-gerardina basilicataUna prima ricezione della normativa è stata già deliberata dal Cfi nel novembre 2016, dove furono anche azzerati i compensi. Davanti al notaio accade però che i soci chiedano la revoca della parte di delibera in cui si dispone l’azzeramento economico, ponendo come esempio un caso ritenuto simile, relativo alla regione a statuto speciale del Friuli Venezia Giulia. Ed è qui che la triade alla guida del Comune di Scafati “rompe” le uova nel paniere ai presenti. E’ infatti la prefetto Basilicata (in foto) a chiarire che il caso friuliano è diverso da quello in discussione, e non solo, la triade pone anche un interrogativo: bisognerà pure restituire i compensi già recepiti? E così si dispone, con l’avallo dei soci consortili, di chiedere un parere presso la Corte dei Conti per appurare sia la legittimità del rimborso, ma anche gli anni della sua retroattività. Bisogna restituire i compensi a partire dal 2010 (anno di entrata in vigore della legge) oppure dell’ultimo quinquennio? Attualmente siedono nel cda Andrea Inserra come presidente, e i componenti Filippo Accardi, Antonio Agresti, Gaetano Criscuolo, Mauro Gnazzo. Ma ad essere chaimati alla restituzione dei compensi saranno, nel caso, anche gli ex componenti, tra cui gli “scafatesi” Antonio Fogliame, Antonio Monaco, Maria Rosaria Vitiello.

M5S: “PRONTO UN DOSSIER SU SETTE ANNI DI SPRECHI”

2-affitti farmacieContinua il braccio di ferro tra il Consorzio e il M5S scafatese. Dopo le accuse di scarsa trasparenza sul bando per un addetto stampa e la successiva replica dell’Ente, gli attivisti rilanciano. <<Ben 7 anni di spreco e sperpero contra legem. Uno spreco a cui il Consorzio ci ha già abituato, basti guardare il costo dei fitti delle sedi che ospitano le farmacie comunali, siamo attorno ai 20 mila euro al mese. Sarebbe anche interessante sapere chi sono i proprietari di questi stabili, memori della vicenda che vide coinvolta una delle ex farmacie presenti sul nostro territorio, quella di via Passanti>>. Questa farmacia fu spostata su via Aquino, ufficialmente perché necessitava di parcheggio antistante la struttura. <<Ci chiediamo perché negli anni non è stata mai presa in considerazione la possibilità di acquisto di locali accedendo ad un mutuo o in alternativa, collocarli in qualche proprietà già in possesso dei comuni – continuano gli attivisti – Ribadiamo e chiediamo ancora: perché non si è effettuata ancora una selezione pubblica per l’addetto stampa e si rinnova di mese in mese quello che “vinse”, unico partecipante, in pieno Natale? Come mai a vincere e sapere di queste selezioni sono sempre e solo le stesse persone saltate dalle grazie di Bottoni ad Aliberti passando per Santocchio? Come mai nessuno apre indagini interne su come un capannone valutato circa 6/700 mila euro fu acquistato ad 1 milione di euro? Lo stesso capannone super pagato ritornato poi nella disponibilità del proprietario per soli 2500/3000 euro al mese. L’impianto di refrigerazione dei farmaci dove è andato a finire? Come si trovavano assunte mogli e fidanzate di persone di spicco di due clan di Scafati?>> Infine la “minaccia”: <<consegneremo alla triade un dossier sulle spese fatte anche attraverso affidamenti diretti ad una azienda in particolare>>.