Scafati. Il Puc che fu. La scommessa (fallita) delle grandi opere - Le Cronache
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Scafati. Il Puc che fu. La scommessa (fallita) delle grandi opere

Scafati. Il Puc che fu. La scommessa (fallita) delle grandi opere

Di Adriano Falanga

<<Abbiamo scritto la storia>> dichiarava soddisfatto Pasquale Aliberti il 2 luglio 2014, il giorno dopo l’approvazione in consiglio comunale del Puc. Un consiglio comunale fiume, terminato verso le 2 di notte. <<Dopo sei anni di lavori, di dibattiti e confronti, realizzati in grande democrazia in cui ci siamo confrontati con le professioni, i cittadini, le associazioni e la politica tutta è stato approvato senza alcun voto contrario il Piano Urbanistico Comunale. Credo che sia uno dei pochi in Italia con un risultato simile – spiegava ancora l’ex primo cittadino – E’ un PUC pensato nell’interesse delle famiglie, della piccola e media impresa, degli artigiani e dei commercianti e che tiene conto della necessità di dotare la città di nuove infrastrutture e servizi soprattutto nelle periferie anche nell’ottica di rimettere in moto l’economia. Tra 90 giorni sarà operativo dopo l’approvazione da parte della Provincia e gli effetti positivi potremo verificarli già nel 2015”. Le parole di Aliberti però resteranno scritte nella storia come le “ultime parole famose”, perché da allora tutto finirà nell’oblio, a far buona compagnia al progetto del Polo Scolastico, alla riqualificazione Ex Copmes, alla riapertura del Pronto Soccorso, al Pip. Senza ombra di dubbio i “grandi obiettivi” della campagna elettorale del 2013 di Pasquale Aliberti, tutti purtroppo non centrati e miseramente falliti o impantanati. E c’è poco da addebitare all’opposizione in questi casi, qui le “denunce” c’entrano nella misura in cui c’entra l’inerzia e la superficialità con cui l’ex amministrazione ha curato i progetti dei grandi obiettivi. Molta apparenza, poca sostanza. Ricorderemo tutti le grandi inaugurazioni, perché all’amministrazione Aliberti piaceva inaugurare non le opere finite, ma i cantieri. Ma delle grandi opere restano le foto, gli slogan, e i cantieri abbandonati. Puc, Pip, Polo Scolastico ed Ex Copmes sono tutti finiti, a vario titolo, in un’aula di Tribunale. Una sfida persa, da cui certamente ripartire nel 2019 quando la commissione straordinaria si congederà agli scafatesi. Lo strumento urbanistico purtroppo non rispettando il Pctp è stato dichiarato non conforme dalla Provincia e rispedito al mittente. Bisognerà adeguarlo a quanto dispone la Provincia con annessa nuova Valutazione Ambientale Strategica. Un errore grossolano e grave dei tecnici, o strumentalizzazione politica di chi l’ha bocciato? Non è chiaro, di sicuro c’è che il piano deve essere adeguato, poi ritornare in consiglio comunale. I tempi? <<Sui tempi stiamo ancora valutando con il dirigente Nicola Fienga e l’architetto Anna Mesolella, redattrice del piano. Dobbiamo capire se conviene andare con la legge nuova o quella vecchia, considerato che c’è un giudizio di incostituzionalità sulla nuova procedura di adozione”. Così l’ex assessore all’Urbanistica Nicola Acanfora, nel febbraio 2016. “Probabilmente si dovrà continuare con la legge 16 chiariva l’ex assessore – e in tal caso, i tempi per l’approvazione finale possono essere di 7-8 mesi. Bisogna modificare la Vas, rifare le osservazioni e chiedere ulteriori pareri agli organi preposti” insomma, una procedura ex novo. Da allora, ne è passata di acqua sotto ai ponti. Scomparso il Puc, e con esso pure l’amministrazione, nel frattempo sciolta per infiltrazioni mafiose.

VITIELLO: come il cinque maggio, “ei fu”

1-consiglio comunale<<Il P.U.C. pensandoci lo associo all’inizio della poesia di Alessandro Manzoni Il Cinque Maggio “ei fu”. Può sembrare strano ma è così. Dopo un notturno non stop, che vide l’approvazione del Puc in Consiglio Comunale, i relativi atti vennero trasmessi agli uffici provinciali per gli adempimenti sovraordinati>>. Fa mente locale Pasquale Vitiello, ex consigliere di maggioranza, poi passato all’opposizione e presidente della commissione Urbanistica. <<Sembrava tutto fatto, doveva essere una passeggiata ma così non fu. Infatti la provincia contestò il Puc perché non redatto secondo il vigente PTCP. In seguito ad ottobre del 2015 il Consiglio Comunale prende atto del verbale della conferenza dei servizi con la provincia, dal quale si evince l’obbligatorietà di adeguare il PUC al vigente PTCP, e demanda al Dirigente gli atti consequenziali. Da allora oltre che liquidare i compensi ai progettisti, poiché avevano svolto in modo professionalmente corretto l’incarico affidatogli, nulla più è stato fatto. Non risultano stipulate nuove convenzioni né con i vecchi progettisti né con nuovi professionisti atte ad adeguare il Puc, eppure quello della pianificazione territoriale è uno strumento di vitale importanza per un territorio>>. Intorno ai centomila euro il compenso, per un lavoro di fatto non conforme, praticamente inutile. <<Non risulta essere stata intrapresa alcuna azione nei confronti di chi ha redatto il PUC non conforme alle normative in materia né a tutela del territorio che resta vincolato ad un piano PRG ormai datato né a tutela dei numerosi cittadini (204) che rimettendoci tempo e soldi hanno presentato osservazioni al piano – prosegue ancora Vitiello – Ora che il Comune è commissariato, toccherà a loro spulciare questa problematica. Probabilmente il vecchio strumento urbanistico ed il nuovo nasceranno sotto la stessa stella, la stella commissariale. Ai posteri l’ardua sentenza>>