Scafati. Chioschi abusivi, Aliberti: "mai autorizzati" ma restano molte zone d'ombra - Le Cronache
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Scafati. Chioschi abusivi, Aliberti: “mai autorizzati” ma restano molte zone d’ombra

Scafati. Chioschi abusivi, Aliberti: “mai autorizzati” ma restano molte zone d’ombra

Di Adriano Falanga

Rischia di trasformarsi in un nuovo caso politico la lettera di una “associazione che ama lo sport” inviata al protocollo del Comune e indirizzata al primo cittadino Pasquale Aliberti e al Procuratore dell’antimafia Vincenzo Montemurro. Una lettera chiaramente a firma anonima, ma resta da chiarire se lo sia anche il contenuto. Nel documento, scritto a mano e in stampatello, vengono denunciati diversi chioschi situati sul territorio comunale, in particolare si focalizza l’attenzione sui due interni allo stadio comunale. Uno gestito da un ex dipendente comunale, l’altro da un presunto affiliato al clan Ridosso, così come riporta la lettera e sul quale bisogna chiarire. Secondo il “corvo”, i due presunti abusivi godrebbero della copertura politica dell’amministrazione comunale in cambio di favoritismi elettorali, in particolare, durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni regionali Monica Paolino avrebbe tenuto un incontro pubblico presso uno dei chioschi citati nella lettera. Non sono mancate le reazioni delle forze politiche, a partire da Michele Grimaldi, Pd: “Credo sia giusto che la Polizia municipale e le forze dell’ordine facciano tutti gli accertamenti del caso: abbiamo il dovere di ripristinare, sempre e comunque, regole e legalità. In ogni caso credo che purtroppo la nostra Città continui a pagare il lassismo, la disattenzione e le dimenticanze “volontarie” dell’attuale amministrazione. Scafati ha bisogno di ordine e di certezze: – continua Grimaldi – il prezzo dell’economia sommersa, dell’abusivismo, dei tanti occhi chiusi di questi anni, lo pagano le imprese e le attività commerciali oneste, che rispettano le norme e pagano le tasse”. La lettera racconta anche che l’assessore allo sport, Diego Chirico, sarebbe stato più volte informato da un socio dell’associazione. La vicenda assume comunque contorni grigi e presenta zone d’ombra, perché il primo cittadino non smentisce la presenza dei chioschi abusivi, ma anzi, si difende sostenendo di aver più volte sollecitato gli uffici preposti a vigilare affinché nelle strutture sportive non ci sia commercio abusivo di bibite e alimenti.

2-aliberti “Anche questa mattina vengo ‪‎attaccato ferocemente sui quotidiani. Oramai per qualcuno sono il ‪‎responsabile di ogni cosa anche della pioggia che cadrà – si sfoga Aliberti, che poi spiega – Non ho mai autorizzato nessun chiosco, anzi ho più volte chiesto controlli presso le strutture sportive comunali delle vendite non autorizzate. L’ultima nota che lo testimonia risale al 2013. Con la stessa tramite l’ufficio Sport si invitava chi di competenza alla verifica e al controllo delle vendite non autorizzate e ditte sprovviste di apposita licenza commerciale”. E per rafforzare la sua posizione, Aliberti non disdegna di pubblicare la circolare del 17.12.2013, nella quale il responsabile dell’ufficio Sport invita il personale delle diverse strutture sportive (tra cui il Palamangano) a controllare e verificare, impedendola, ogni vendita non autorizzata. Una declinazione di responsabilità del primo cittadino e dell’ufficio sport, ciò significa che eventuali abusi perpetrati in tal senso, siano da ascriversi a chi doveva vigilare e non l’ha fatto. “Il Sindaco non chiarisce se le strutture siano abusive o meno. Anzi, il fatto che sottolinei di essersene interessato circa tre anni fa, e poi di essersene dimenticato, costituisce fatto ancora più grave” ribatte Grimaldi. Aliberti però rilancia: “Per quanto riguarda i presunti rapporti politici tra il sottoscritto e uno dei due chioschi nominati negli articoli, per chiarezza e senza insinuazioni, faccio presente che alle precedenti elezioni amministrative la figlia del gestore in questione era candidata nelle liste di Fratelli d’Italia con Cristoforo Salvati candidato a Sindaco” e sulla sua pagina Facebook pubblica la lista dei candidati, evidenziando il nome di Sonia Ferrara, figlia di Aniello, per l’appunto ex dipendente comunale. Sembra anche che siano stati allertati i Vigili Urbani nel proseguire con le dovute verifiche.

SIM: “BISOGNA FAR CHIAREZZA FINO IN FONDO”

2-scafati in movimento“La camorra si combatte in primis facendo rispettare la legge e applicando le regole non con gli annunci sui giornali – così una nota di Scafati in Movimento – Per questo chiediamo come possa essere successo che nessuno si sia accorto di cosa succedeva al campo sportivo”. Poi una lunga serie di quesiti, tirando in mezzo anche Diego Chirico e Antonio Pignataro (assessore al Commercio), che per il momento non hanno rilasciato dichiarazioni: “I due chioschetti erano autorizzati? Chi erano i beneficiari delle autorizzazioni? É vero che un dipendente comunale vende bibite nei locali della scuola di via della Resistenza? Al Palamangano chi è autorizzato a vendere bibite ed alimenti durante gli eventi sportivi? Chiediamo chiarezza al primo cittadino, all’assessore al commercio Antonio Pignataro e all’assessore allo sport Diego Chirico”. Quanto al protocollo interno datato 2013 del dirigente Ciro Aquino, a cui fa riferimento Aliberti, gli attivisti polemizzano: “Chiediamo risposte chiare ed esaustive e non mezze verità o scartoffie del 2013 a cui non è seguita alcuna azione. Se era a conoscenza di irregolarità perché non ha informato la polizia municipale o le altre forze dell’ordine? Aliberti risponda con i fatti come combatte l’illegalità e non pubblicando le liste elettorali degli avversari”. E a proposito di liste elettorali, se una candidata con Fdi è la figlia di uno dei due presunti gestori degli improvvisati bar: “Sull’altro chiosco la cui situazione è ancora più grave perché sembra appartenesse ad un affiliato ad un clan, perché Aliberti tace?” Insomma, una brutta storia davvero, con molte zone d’ombra a cui necessita una chiara risposta.