Scafati. Artigiano s’incatena al Comune. L’Ente da mesi non lo paga - Le Cronache
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Scafati. Artigiano s’incatena al Comune. L’Ente da mesi non lo paga

Scafati. Artigiano s’incatena al Comune. L’Ente da mesi non lo paga

SCAFATI. Protesta al Comune: un uomo si è incatenato alla ringhiera di Palazzo Meyer. “É Natale, ho bisogno di quei soldi”. Con questa richiesta che Pasquale Santagata si è incatenato verso le 11 del mattino di ieri  in Comune. La richiesta economica era dovuta per il pagamento di un lavoro eseguito allo scopo di restaurare uno dei cannoni storici presenti nel  Polverificio borbonico. I sei cannoni erano stati donati al Comune dalla Marina Militare, ritrovati nel golfo di Napoli e risalivano al Settecento.  Il costo del restauro era di 3.700 euro per la sabbiatura e verniciatura di un bene storico. I cannoni erano stati portati in un’azienda ma concluso il lavoro non sarebbero stati pagati. Santagata,  55 anni, tre figli e una moglie, con tanto di fitto sulle spalle, chiede il saldo del debito. Sette mesi fa aveva eseguito il lavoro e più volte era andato alla ditta per riscuotere ma se il Comune non paga, la società non lo può pagare.
In diverse occasioni era andato tante volte dal responsabile comunale per chiedere chiarimenti ma, stanco, ha optato per la dura protesta, anche perché sembrerebbe che il lavoro gli sarebbe stato commissionato direttamente da qualche dirigente comunale . E’ lo stesso operaio  a spiegare: “Sto eseguendo un tirocinio formativo per il reinserimento in società. Sto scontando una pena tramite la Uepe  (ufficio esecutivo penale esterno). Paga il Comune  11 mesi da scontare come pulizia e guardania della villa comunale a 400 euro al mese. Voglio rigare diritto, i rapporti periodici all’Uepe che mi riguardano sono sempre positivi, a volte mi occupo di questi lavori per racimolare un poco di soldi perché sono sabbiatore e verniciatore di quinto livello” dichiara l’uomo.
Santagata mentre attendeva il primo cittadino ha spiegato che era in forze al Comune grazie al fatto di essere stato un detenuto modello e per questo era entrato in un programma di recupero. Il compenso che  percepisce dall’Ente di 400 euro non gli bastava, percepisce “il pacco” dal banco alimentare  e ha raccontato che si arrangiava facendo un doppio lavoro  per sopravvivere e perché non voleva più sbagliare nella vita. Questi soldi gli servivano disperatamente per Natale, aveva lavorato, secondo il suo racconto, su dirette indicazioni di dirigenti comunali, anche per questo era lì in Comune. Dopo circa un’ora è arrivato  il sindaco che ha ricevuto il cittadino che protestava . Dopo poco è terminato l’incontro tra i due e sembrerebbe che il sindaco abbia dato la sua disponibilità a risolvere la questione dietro la presentazione della fattura che attesti il lavoro e l’importo di 3700 euro. Lavoro per cui agli atti del Comune sarebbe già stato presentato un preventivo. Secondo indiscrezioni la fattura non sarebbe stata ancora emessa perché  non ci sarebbe  il documento di trasporto che doveva accompagnare il reperto storico dal Polverificio borbonico alla ditta che ha eseguito il lavoro di restauro. Se questo fosse vero emergerebbe che un cannone storico sarebbe andato  avanti e indietro senza autorizzazioni . Ricordiamo che la storia racconta che  Re Ferdinando preferì far affondare questi potenti cannoni nel porto di Napoli per non farli cadere nelle mani  sbagliate, sembra che giunti a Scafati ora vengano indirizzati al restauro senza alcun controllo dagli enti preposti ma con la consapevolezza di assessore e dirigenti comunali.

Gennaro Avagnano