Scafati. Arresto Alfano e Adini, i retroscena in una città preoccupata - Le Cronache
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Scafati. Arresto Alfano e Adini, i retroscena in una città preoccupata

Scafati. Arresto Alfano e Adini, i retroscena in una città preoccupata

Retroscena e varie fasi dell’arresto di Carmine Alfano e Marcello Adini

Centro commerciale "Plaza", Scafati
Centro commerciale “Plaza”, Scafati
Ciclomotore Honda Sh sequestrato a Marcello Adini e Carmine Alfano Scafati
Ciclomotore Honda Sh sequestrato a Marcello Adini e Carmine Alfano Scafati
Scafati. Auto dei carabinieri dopo arresto di Marcello Adini e Carmine Alfano
Scafati. Auto dei carabinieri dopo arresto di Marcello Adini e Carmine Alfano
  • L’ARRESTO.  Scafati. Giravano con una calibro 9 con il colpo in canna. Pochi istanti dopo le 13 di ieri, arrestati due scafatesi nell’ambito di un’inquietante vicenda. In manette sono finiti il 31enne Carmine Alfano e il 34enne Marcello Adini, due volti noti alle forze dell’ordine. Alcuni militari in borghese erano al centro commerciale “Plaza” ieri nella tarda mattina, per un servizio antirapina. I militari hanno visto due uomini aggirarsi a bordo di un Honda Sh con il volto coperto da un casco. Quando i due motociclisti si sono accorti della presenza dei carabinieri della Sezione operativa avrebbero tentato di fuggire ma sono stati bloccati. In zona sono arrivate almeno quattro auto dei carabinieri ed è immediatamente scattata la perquisizione personale: ad Alfano è stata trovata una pistola semiautomatica calibro 9, con matricola abrasa che aveva un colpo in canna e altri 14 nel caricatore. Si tratta di munizioni da guerra, del tipo di quelle utilizzate dalle forze di polizia. Subito dopo, sono state eseguite anche alcune perquisizioni presso le abitazioni di dei due giovani, con esito negativo. L’arma e le munizioni sono state sequestrate e saranno inviate al Ris di Roma per verificare il loro eventuale utilizzo in altri delitti. Di quel calibro, infatti, sono le munizioni esplose in alcune rapine e omicidi messi a segno negli ultimi tempi tra l’Agro nocerino e il vesuviano. I due scafatesi sono stati arrestati con l’accusa di porto illegale di arma clandestina e munizioni da guerra e poi trasferiti al carcere di Salerno.
  • Carmine Alfano
    Carmine Alfano

    Marcello Adini
    Marcello Adini
  • GLI ARRESTATI. SCAFATI. I due arrestati di ieri mattina sono volti noti alle forze dell’ordine. Marcello Adini, da circa un anno, era uscito dal carcere. Carmine Alfano, soprannominato “Bim bum bam”,  sembra essere l’elemento di spicco tra i due. Recentemente era stato arrestato  in Germania  il fratello di Carmine Alfano, Vincenzo, perché trovato in possesso di cinque chili di sostanza stupefacente. I due fratelli Alfano sono dediti al commercio delle auto e solo Carmine ha un negozio di animali. Il capostipite della famiglia Alfano, Raffaele (detto “Polvere di stelle” ), sembra ormai lontano dagli ambienti criminali: attualmente è libero dopo i numerosi arresti che lo hanno visto coinvolto in passato per estorsione, spaccio e associazione. Raffaele Alfano sarebbe stato affiliato prima al clan dei “Campagnuolo”, poi all’ex clan Matrone ed infine alla gang di Sasa Desiderio, detto  “‘o barbiere”, a cui è stato ucciso il fratello alcuni giorni fa .
  • LA RISSA. SCAFATI. Domenica sera la “piazza” del centro commerciale Plaza si è “animata” con l’ennesima rissa. Un litigio manesco condito di minacce e botte da orbi. Poche parole e tra loro ci sarebbero stati, si dice, anche Marcello Adini e Carmine Alfano, arrestati ieri mattina. Non è chiaro quale sia stata la  causa della lite. La paura dei residenti intanto cresce e la preoccupazione è che quello che doveva essere un centro di aggregazione sociale sia diventato un “covo” di incontri per chi consuma stupefacenti e cerca guai.
  • L’ALLARME CRIMINALITA’.  SCAFATI. E’ allarme criminalità in città: una battaglia continua per chi deve presidiare il territorio. Una faida tra bande che ha come vittime cittadini e commercianti. Attentati «bombaroli», rapine e agguati: questa la ricetta che rende ad alta tensione la vita di San Pietro di Scafati. La lunga scia di terrore è iniziata con gli attentati a suon di bombe ma poi il clou è stato l’omicidio di Armando Faucitano, in piazza Falcone e Borsellino, lo scorso 26 aprile. Un’esecuzione che pare sia avvenuta per una partita di droga non pagata, un caso ancora aperto. In due, su una Honda Sh avevano trucidato l’uomo davanti agli occhi del suo amico, riuscendo a scappare. Poi, qualche settimana fa a pochi metri dal luogo dove sono stati effettuati gli arresti di ieri mattina, c’è il noto locale “Dodo bar”, colpito da una bomba. Il fatto strano è che il Dodo, locale frequentatissimo e centro della movida della zona di San Pietro, sia ancora chiuso e sulle serrande è affisso un cartello con scritto “chiuso per lavori ” . Ufficialmente la motivazione è questa ma nel frattempo di lavori neanche l’ombra: ben informati invece riferiscono di una visita ricevuta da una persona interessata alla gestione del locale nel periodo di agosto da parte di due uomini esattamente a pochi giorni dalla riapertura e che lo avrebbe visto reagire con la serrata immediata dopo l’uscita dei due. Intanto il clima a Scafati, in particolare proprio nei pressi del centro commerciale Plaza, è incandescente. Due mesi fa gli arresti per i pusher che vendevano droga a telefono a cavallo tra i comuni di Scafati e Boscoreale: la loro sede operativa e di incontro con i clienti era proprio il centro di via Berlinguer. In quelle mura si sono consumate anche diverse risse e litigi che hanno scosso non poco l’animo dei residenti. Ci sono anche le rapine in questo scenario: quella al supermercato “Sisa” di via De Gasperi, oppure il furto notturno alla farmacia comunale dello stesso Plaza. Ma la scia di terrore a Scafati è lunga ed è iniziata nel 2012 con una raffica di ordigni esplosivi piazzate a vari esercizi commerciali. Diversi i casi a San Pietro: il primo caso, quello del sexy shop di via De Gasperi, poi il caso di via Poggiomarino davanti ad un parrucchiere per uomo e ad un ristorante. C’è inoltre la bomba al Bar Rosi in via Carducci e l’esplosione al bar Nappo di piazza San Pietro. Per non parlare – sempre nella stessa zona – del rogo nella ditta conserviera “Romano” di via Nuova San Marzano o al parrucchiere “Nico” di via Martiri d’Ungheria. Una scia di crimine lunga e piena di incognite. La città ha paura: ieri l’arresto di Alfano e Adini ha sventato probabilmente un altro colpo, l’ennesimo. Intanto si continua ad indagare.