Scafati Arancione in pressing sulla Giunta per i beni confiscati - Le Cronache
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Scafati Arancione in pressing sulla Giunta per i beni confiscati

Scafati Arancione in pressing sulla Giunta per i beni confiscati

Di Adriano Falanga

Immobili confiscati, doveva nascere l’apposito settore in Staff, ma dopo due ricognizioni per trovare un dirigente a cui affidarlo ad oggi nulla ha ancora visto la luce. La prima ricognizione partì contestualmente alla nomina di Monica Paolino a presidente dell’omonima commissione regionale, da cui si è dimessa a seguito delle note vicende giudiziarie che l’hanno coinvolta assieme al marito Pasquale Aliberti. Sul tema interviene Francesco Carotenuto per Scafati Arancione. “Pare che la Giunta, dopo la nota dell’Autorità Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nelle scorse settimane si sia proposta per utilizzare i beni definitivamente confiscati al clan Galasso in via nuova San Marzano e la messa a punto di bandi specifici per la valorizzazione del cipollotto nocerino dop. E’ senza dubbio una bella notizia che però va accompagnata con progetti concreti di riutilizzo sociale dei beni in questione, magari di concerto con associazioni impegnate da anni sui territori nella lotta contro le mafie”. Gli attivisti di centrosinistra fanno mente locale: “Scafati ha già un precedente che riguarda un bene confiscato il cui riutilizzo resta ancora un’incognita: l’immobile confiscato a via Aquino. Proprio su questo immobile bisognerebbe capire il perché di tali ritardi, soprattutto se consideriamo i fondi messi a disposizione anche dal Ministero dell’interno, circa 200 mila, destinati all’introduzione di centri di aggregazione giovanile in un progetto più ampio denominato “You and me” e l’incapacità di utilizzare le risorse europee destinate a tali beni, che, come si sa, non richiedono bandi ad hoc, ma progetti validi al fine di intercettare risorse europee. Che si mettano attorno al tavolo, il prima possibile, gli attori sociali presenti sul territorio – la conclusione di Carotenuto – per discutere di progetti atti a riutilizzare questi spazi, non più “cosa loro”, ma “roba nostra”.