Scafati. Aliberti cambia strategia, nell'indifferenza della città - Le Cronache
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Scafati. Aliberti cambia strategia, nell’indifferenza della città

Scafati. Aliberti cambia strategia, nell’indifferenza della città

Di Adriano Falanga

La mattina accusa tutti, il pomeriggio si ravvede e tende la mano. E’ un Pasquale Aliberti polivalente, alle prese con il procedimento per la sua decadenza, arenatosi tra esposti, inchieste della Procura, note di illegittimità prefettizie, richieste di chiarimenti al presidente del consiglio comunale. Mercoledì 9 è alle porte, Pasquale Coppola ha lanciato l’invito a riflettere e placare gli animi, chiudendosi in silenzio stampa, non dopo aver chiesto scusa agli scafatesi per lo “spettacolo” che alcuni consiglieri di maggioranza hanno definito “pietoso”, andato in scena il 1° dicembre nella sala consiliare. Venerdi pomeriggio anche il primo cittadino ha fatto lo stesso, scrivendo ad assessori e consiglieri comunali, auspicando il ritorno ad un linguaggio politico consono e rispettoso. Dopo il “niet” del vice Prefetto Giuseppe Forlenza, Aliberti ha deciso di rivedere la sua strategia. Dopo settimane che non accadeva, ha personalmente contattato il presidente del consiglio chiedendo un incontro, in virtù dei rispettivi ruoli istituzionali. Un gesto distensivo, che Coppola sembra aver gradito. Già domani mattina dovrebbe essere il “vertice”, mentre nella serata la conferenza dei capigruppo. Probabilmente il sindaco chiederà a Coppola di poter discutere il deliberato del consiglio contestato del 27 novembre, e che sancirebbe quindi l’atto finale per la dichiarazione di decadenza. C’è anche chi crede in un ripensamento del sindaco, perché, se Coppola e la minoranza restano convinti di discutere il deliberato della seconda fase, come all’ordine del giorno prestabilito, il primo cittadino rischia concretamente di “dover restare” al suo posto, con buona pace dei cinque-sei consiglieri che sostengono la sua decisione, e la soddisfazione di giunta e restante maggioranza. Lo scontro con Coppola ha prodotto una spaccatura tra le fila dei consiglieri alibertiani, mancherebbero all’appello in sei, ma la metà è recuperabile, solo se si andrà avanti fino alla naturale scadenza del mandato elettorale nel 2018. Intanto la città sembra essere impassibile.

L’Indifferenza della Città

Se gli addetti ai lavori se la cantano e suonano, decine di migliaia di scafatesi appaiono indifferenti, presi piuttosto con la loro quotidianità. “Si occupassero della mia pensione invece che litigare tra loro” dice un anziano seduto ad un noto bar nei pressi della casa comunale. “La politica si è ridotta a questo. Si discute da giorni delle dimissioni (non propriamente, ndr) del sindaco e non di ridurre le tasse”. Del resto è noto, quando la politica urla, il popolo cade facilmente nella presa di distanza. “Lo lasciassero ricandidare, che male fa? Chi meglio di lui?” è invece l’osservazione di una signora fuori l’ufficio postale, che non disdegna un terzo mandato di Pasquale Aliberti. Facciamo presente che la legge italiana non prevede questa opzione, ma la signora sa il fatto suo: “Ah sì? E perché ci sono deputati seduti in Parlamento da anni e anni?”. Ha ragione, la legge, in questo caso, non è uguale per tutti. Decadenza, sfiducia, dimissioni, Prefetto, Procura: “la politica scafatese oramai si vive sui giornali o in Tribunale, poi dice che uno non va a votare” è quanto osserva la signora Rosaria, intenta ad accompagnare la figlia alle scuole medie Anardi. A proposito di scuola Anardi: “Ecco, vedete voi stesso in che condizioni si presenta. Le pare che possa interessarmi la decadenza del sindaco? Tanto, uno vale l’altro”. Non tutti però sono “distanti” dal dibattito, c’è anche chi invece segue il teatrino e commenta: “non può venire il commissario, Aliberti deve finire ciò che ha iniziato. Il Polo Scolastico, il Puc, la Copmes”. Vorrebbe farlo però con una diversa maggioranza, ecco perché vuole votare in anticipo, rispondiamo. “Eh già, mettiamo che poi non venga rieletto – risponde l’uomo sulla cinquantina – quella la politica è strana. E’ come una bella donna, ti alliscia solo se le cose vanno bene. Il sindaco, se vuole bene alla città, vada avanti”.