San Valentino Torio. Comune in “bolletta”, guai in vista per le casse comunali - Le Cronache
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San Valentino Torio. Comune in “bolletta”, guai in vista per le casse comunali

San Valentino Torio. Comune in “bolletta”, guai in vista  per le casse comunali

Debiti in vista e guai per il Comune guidato da Michele Strianese: durante la seduta del consiglio comunale del 14 dicembre scorso è stata, infatti, approvata una variazione di bilancio, su proposta del Responsabile del Settore Economico Finanziario. Da quello che si legge nella relazione del Consiglio comunale, resa pubblica dal gruppo consiliare di minoranza Città nuova, nello scorso mese di novembre il Comune ha avviato una richiesta di prestito alla Cassa Depositi e Prestiti di 2 milioni e 500, richiesta parzialmente accolta dalla stessa Cassa che ha assegnato al Comune di San Valentino Torio un mutuo di 1.949.640,00 euro. Il mutuo è stato concesso con tasso agevolato dello 0,76% e ha come tempistiche di restituzione ben trenta anni.
“Gli altri fanno i loro spot conditi di auto-acclamazione, noi proviamo ad informare i cittadini su quanto realmente accaduto nel consiglio comunale – così il gruppo consiliare guidato dal dottor Mancusi commenta l’accaduto tramite i social – durante il consiglio comunale, dai banchi della maggioranza c’è chi ha sostenuto che il mutuo era una “utilissima” operazione finanziaria per il Comune di San Valentino Torio, che si risolveva in una semplice “partita di giro”. Si tratta in realtà di ulteriore debito del Comune che si aggiunge ai 18 milioni circa esposti nel rendiconto 2014; il prestito è stato contratto per pagare debiti a carico del Comune. Questa somma certo non ci è stata regalata, dovrà essere infatti restituita – insieme ovviamente a tutte le altre – alla Cassa depositi e prestiti nell’arco di 30 anni pagando un interesse dello 0,756% all’anno. E’ un nuovo carico sulle spalle dei cittadini.”
Ci sarebbero anche dei debiti fuori bilancio: 2 mila e 600 euro a favore di un centro di riabilitazione di Cava dei Tirreni, 59 mila euro in seguito ad un atto di pignoramento di una ditta fornitrice e, infine, altri 23mila euro di debito maturati con il segretario comunale