Salerno, sì, è un centrodestra in agonia - Le Cronache
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Salerno, sì, è un centrodestra in agonia

Salerno, sì, è un centrodestra in agonia

di Andrea Pellegrino Su un punto sono tutti d’accordo: «Il centrodestra a Salerno sta per morire». O forse è morto già. Addetti ai lavori, e non, condividono l’idea per la quale l’alternativa a Vincenzo De Luca, o chi per esso, a Salerno città – in vista delle prossime elezioni amministrative – non si vede ancora all’orizzonte. O meglio sulla carta pare non ci sia una ipotesi condivisa tra le forze politiche del centrodestra capace di contrastare l’armata deluchiana, forte ora più che mai anche dell’apparato di governo regionale. Lo screening del centrodestra vede una miriadi di candidati sindaco in campo. A partire dalla competizione interna a Forza Italia, dove in corsa ci sarebbero Lello Ciccone, Raffaele Adinolfi e lo stesso senatore Enzo Fasano che non ha mai escluso la possibilità di scendere direttamente in campo a Salerno. Poi ci sono i Fratelli d’Italia, in rotta totale con gli azzurri, che immaginano una corsa solitaria, semmai con Pietro Stasi candidato sindaco. In campo ci sarà certamente Roberto Celano che sta scaldando i motori con il suo gruppo civico “Attiva Salerno”. Stessa cosa per Antonio Cammarota che a quanto pare avrebbe dalla sua già due liste civiche pronte alla competizione elettorale di primavera. Calano sul tavolo le loro carte anche il movimento Noi con Salvini, schierati con Rosario Peduto ed il rinato Msi. Insomma se così fosse il centrodestra si presenterebbe completamente spaccato all’appuntamento elettorale con il rinnovo dei vertici di Palazzo di Città. «Si riparta dal popolo», l’appello dell’avvocato Antonio Cammarota. «Il centro destra salernitano non esiste. Ci sono “capetti” di Palazzo senza consenso, e adesso anche senza potere. Così – dice il consigliere comunale Cammarota – rischia di essere cancellato. Si deve ripartire dal popolo, perché la politica sia servizio, partecipazione, visione». «Invoco – prosegue Cammarota – le primarie da 6 anni, perché la politica sia popolo e non potere. Io lo sto facendo con “La nostra libertà”, associazione che non chiude dopo le elezioni e non apre prima delle campagne elettorali, ma che è fronte strada al servizio della partecipazione e della gente da 8 anni». Sul tavolo delle trattative resta l’ipotesi delle primarie, seppur il tempo a questo punto non consentirebbe grossi margini di manovra. Per Rosario Peduto del Movimento “Noi con Salvini”: «Il centrodestra se vuol giocarsi una partita seria deve mettere in campo le primarie. Da qui a dicembre abbiamo ancora tempo di promuoverle. Noi siamo disposti a questo tipo di ragionamento, in caso contrario andremo per la nostra strada». «Ripeto – incalza Peduto – l’organizzazione delle primarie di coalizione può creare quel progetto unico ed unitario capace di confrontarsi con l’altra parte in campo. Al momento regna solo una situazione imbarazzante». Parla di “primarie delle idee”, il coordinatore cittadino di Forza Italia Raffaele Adinolfi che dice: «Alle primarie sui nomi credo che andrebbero preferite le primarie delle idee. Il centrodestra, e Forza Italia in primis, se vuole essere credibile ha la responsabilità di presentare alla città un progetto profondamente alternativo e di rinnovamento non solo nei nomi ma soprattutto nei programmi. La prima idea programmatica non può che essere quella di una seria e drastica riduzione delle tasse locali. Su questo si lavori e si costruisca l’unità». Antonio Roscia, Presidente Club Forza Silvio Salerno “Alcide De Gasperi” propone «gli stati generali del centrodestra a Salerno». «Ci sia – dice Roscia – una due giorni aperta a tutti, simpatizzanti inclusi. Solo così si potrà trovare a mio avviso la giusta sintesi ed individuare un percorso comune da seguire». Ma c’è chi immagina anche una terza via. Una civica ed un candidato al di sopra delle parti (insomma che escluda gli attuali consiglieri comunali) e poi i partiti a seguito. A lavorare sottobanco, infine, è Eva Longo, di recente transitata nello schieramento di Denis Verdini. Pare, infatti che la senatrice, posizionatasi in mezzo tra Renzi ed il centrodestra, abbia fatto un pensierino su Salerno e stia già lavorando con alcuni scontenti della gestione Fasano in Forza Italia.