L’elezione di Aurelio Tommasetti a rettore della nostra Università degli Studi per il sessennio 2013/2019 va salutata con particolare piacere anche dalla comunità civile insediata da Scafati a Sapri e, in particolare, da quella residente nel capoluogo di provincia ove il neoeletto stabilmente abita in via Vigorito , in pieno centro storico, a ridosso della via Roma e nei pressi dello storico Palazzo Sant’Agostino, sede dell’Amministrazione provinciale. Mentre i 646 voti espressi a suo favore in sede di ballottaggio e nel rispetto delle nuove norme, dal personale docente, da quello tecnico – amministrativo e da 125 studenti, hanno tenuto conto delle linee programmatiche esposte in modo molto articolato dall’eletto e degli orientamenti emersi nel corso delle precedenti tre fasi elettorali, le presenti considerazioni, presumendo di interpretare parte dell’opinione pubblica estranea alle dinamiche relazionali più o meno sommerse, proprie degli addetti ai lavori, che hanno visto convergere su Tommasetti ben 254 voti in più dei 392 ricevuti nella terza votazione, tengono conto soprattutto di tre fattori. Il primo: Tommasetti ha compiuto qualche mese fa appena 47 anni. Sarà, quindi, uno dei più giovani rettori di un ateneo tra i più importanti del Mezzogiorno d’Italia. Non è questo un elemento da sottovalutare per chi, come il neoeletto, dà nelle sue linee programmatiche un giusto rilievo all’attività di ricerca, propedeutica ad un costante miglioramento della qualità della didattica, ipotizza ( è questo il secondo fattore ) un nuovo modello di governance con un prorettore vicario e ben sei prorettori delegati ad ambiti vitali nell’assetto organizzativo e propulsivo dell’ateneo, dichiarando, terza nota distintiva, di voler investire soprattutto sulle risorse umane ‘ perché le persone siano il perno di una nuova fase di sviluppo ’ dell’Università. Tommasetti dedica opportunamente un interesse non secondario ai rapporti con la Città. C’è un’espressione del suo programma meritevole di essere recuperata e valorizzata. Essa fa riferimento alla ‘ vita culturale ‘ dell’Università che ‘ non può che essere legata a quella del capoluogo ‘. Il neoeletto non si limita al problema, ancora annoso per migliaia di studenti pendolari, del collegamento Città – Campus da migliorare sensibilmente. Egli richiama la ‘ vita culturale’ della polis che, nonostante le enfatiche dichiarazioni del sindaco – viceministro, è povera, spesso improvvisata e, di solito, animata, sia pure parzialmente, da associazioni di volontariato culturale e professionale. Tommasetti sa bene che il Lifelong Learning dell’Unione Europea non si limita agli interventi istituzionali che l’Università svolge nell’organizzazione e nella gestione di master, di corsi di perfezionamento e di specializzazione post-universitari, di formazione continua per determinate categorie professionali. Un’attenzione specifica va rivolta, inoltre, alle migliaia di docenti, liberi professionisti, operatori commerciali, cultori di discipline, anziani, residenti in città e nel suo hinterland, motivati ad ampliare l’orizzonte delle proprie conoscenze, desiderosi di affinare il personale senso critico, aperti ai processi innovativi ma, di fatto, materialmente impossibilitati a raggiungere il Campus a causa della sua distanza dalla città e dei rispettivi impegni personali. Non si vuole una università della Terza età di cui non si ha bisogno. Si chiede che convegni e seminari di ampio respiro , ideati ed organizzati dai vari Dipartimenti, trovino realizzazione, per gli aspetti di più generale respiro riguardanti argomenti e temi di ampio e diffuso interesse, anche in una location della città. Ovviamente trattasi di interventi in grado di attivare ‘ un rinnovato dialogo intellettuale tra Ateneo e Città’, proprio come il neorettore scrive nel suo programma elettorale. Il che implica un contestuale, responsabile impegno anche da parte dell’Amministrazione comunale da estendere alla necessità – opportunità di dotare la città di una dignitosa sede di rappresentanza del Rettorato. Nel logo dell’Ateneo è detto esplicitamente ‘ Hippocratica Civitas – Studium Salerni ‘. Quanto auspicato, per un giovane rettore che ha svolto l’intero suo percorso accademico nella nostra Università e che risiede nel capoluogo, può, deve tradursi in impegno concreto.
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