Salerno. Caso Intertrade: La tassazione ‘creativa’ e una lobby che c’è e si vede - Le Cronache
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Salerno. Caso Intertrade: La tassazione ‘creativa’ e una lobby che c’è e si vede

Salerno. Caso Intertrade: La tassazione ‘creativa’  e una lobby  che c’è e si vede

Il problema non è soltanto il meccanismo delle anticipazioni a gogò della Cciaa a Intertrade : io ti dò del danaro ma non ti chiedo niente in cambio, tu pensa ad internazionalizzare le imprese (abbiamo visto come), i soldi, magari, non restituirmeli neppure perché sono “attività istituzionali” ma, se proprio devi, poi si vedrà. Passa un giorno, ne passano due, alla fine ti trovi con un buco in pancia con parecchi zeri da sistemare. E chi sistema? Fin qui ci hanno pensato i contributi annuali versati dalle imprese alla Cciaa. Ma, soprattutto, chi controlla? I revisori del conto? A giudicare dalle visure delle nomine sembra che alla presidenza del collegio di Intertrade ci sia la stessa persona dal 2000:  15 anni in quel posto, per conto del Ministero dell’Economia, come hanno consentito di leggere i dati contabili, i crediti eternamente attivi che in bilancio segnano sempre “+” e non “-” come legge e buon senso suggerirebbero?
Intertrade è il paradigma locale del guaio delle aziende speciali in Italia: altrove vi hanno messo mano, in altri posti hanno fatto peggio, così come esistono veri e propri gioiellini a disposizione delle imprese e delle comunità (com’era nelle attese della società salernitana).
Ancora: qualcuno ha mai visto un’azienda speciale per la internazionalizzazione delle imprese che debba render conto al fisco solo dell’1,7% di quanto introitato da certe partite? Va da sè che, al di là delle legittime acrobazie interpretative per delibere e determine (il 10 aprile scorso, ad esempio, c’è stata la n.122 che, motivando creativamente, versa a Intertrade altri 400mila euro) non sia immaginabile. Ires & C. quindi si versano solo su quella percentuale? E l’altro 98,30 che fine fa? Dubbi al riguardo che, se tradotti in numeri, quel buco nel bilancio lo potrebbero perfino aggravare.
Sono tempi dominati dalla stupidità per azzardi linguistici di un’ordinaria libertà di espressione ma uno dei motori di tanta schizofrenia gestionale, costata già diversi milioni al pubblico erario, risiederebbe anche in una micro-lobby relazionale personalissima, che ha innervato il circuito grazie al favore di pesanti, antichi vertici della struttura camerale, impastati in ciò per venture private. Nulla di eccezionale o di scandaloso: solo un fatto oggettivo, con caratteristiche proprie. Molto riconoscibili. A volte nefaste.
(pierre)