«Salerno capitale degli Erasmus» - Le Cronache
Attualità Salerno

«Salerno capitale degli Erasmus»

«Salerno capitale degli Erasmus»

Mariangela Molinari

Una crisi sociale e culturale, prima ancora che occupazionale, che pesa come un macigno sui giovani salernitani. Giovani a cui deve essere data sempre più voce affinché possano venire fuori, con le proprie forze e con le opportune misure predisposte da chi di dovere, dal pantano. Di questo è convinto il presidente di “Donation Italia”, Luigi Bisogno, per il quale «il ruolo della politica deve essere quello di attuare misure necessarie affinché i giovani neolaureati e non possano cercare lavoro o crearsi opportunità occupazionali in maniera autonoma nella nostra città, sfruttando nel miglior modo possibile le molteplici possibilità che l’Unione Europea mette a disposizione, tramite lo stanziamento di fondi e i bandi rivolti alle nuove generazioni». «Il nostro territorio – dice ancora Luigi Bisogno – deve necessariamente sfruttare le bellezze e sue risorse, attraverso lo sviluppo dei settori turistico e gastronomico. Salerno ospita ogni anno circa 270-300 studenti del progetto “Erasmus”, un turismo giovanile di notevole importanza. Creiamo le giuste condizioni affinché questo numero possa accrescere negli anni, per poter immaginare una Salerno capitale degli “Erasmus”». Ma quali sono, secondo il giovane presidente di “Donation Italia”, gli strumenti che l’amministrazione comunale e gli altri enti compe- tenti potrebbe e dovrebbe adottare per avvicinare i giovani alla vita pubblica? «Dovrebbero ritornare a costruire una rete con il territorio, concedendo, ad esempio, i giusti spazi alle tante realtà associative che, con enorme fatica, lavorano per offrire servizi importanti alla comunità». Fondamentale – sottolinea, infine, Bisogno – è «istituire il “Forum dei giovani” e nel contempo costituire una consulta delle associazioni e luoghi di network e coworking per i giovani di tutte le età. Salerno è ricca di giovani talentuosi ma l’elemento che manca è il coraggio di affrontare nuove sfide e di imbattersi in un sistema burocratico che necessita di un reale cambiamento. Spetta a noi – conclude – rimboccarci le maniche con forza e determinazione, riprendendoci i nostri sogni. Tutto ciò è possibile anche nella nostra città».