Salernitana, vincere per ricominciare a sognare - Le Cronache
Sport Salernitana

Salernitana, vincere per ricominciare a sognare

Salernitana, vincere per ricominciare a sognare

di Marco De Martino

SALERNO – Ultimo impegno di un 2018 travagliato per la Salernitana che questo pomeriggio all’Arechi riceve una delle compagini più attrezzate della cadetteria, il Pescara di Bepi Pillon. Una sfida che sa tanto di prova del nove per i granata di Gregucci, reduci da due risultati positivi, il successo in extremis con il Foggia ed il pareggio a Cosenza, frutto più del carattere e della tenacia del gruppo che di effettivi progressi tecnici e tattici. Il tecnico pugliese s’aspetta ulteriori passi in avanti contro una formazione, il Pescara, che è sì tra le prime della classe, ma che in trasferta, soprattutto nell’ultimo periodo, ha sofferto tantissimo. Al contrario, in casa i granata sono un rullo compressore e proveranno dunque a sfruttare ancora una volta il fattore Arechi per girare alla simbolica boa che divide il girone d’andata da quello di ritorno, a quota 27 punti. Per farlo Gregucci ha studiato un’ulteriore variante tattica rispetto a quelle introdotte negli ultimi 180 minuti. La Salernitana infatti dovrebbe scendere in campo con un inedito 3-4-2-1, schierando una sola punta di ruolo (Djuric oppure Bocalon) con due fantasisti alle spalle, Rosina ed Andrè Anderson. Gregucci vuole maggiore incisività in zona offensiva e così ha pensato al contemporaneo utilizzo dei due elementi dal maggiore tasso tecnico per aumentare i rifornimenti negli ultimi trenta metri. Verso la panchina Jallow. Possibili novità anche in mediana, con uno tra Di Tacchio ed Akpa Akprò che rischia l’esclusione. In tal caso, è pronto Palumbo. Non dovrebbe variare, invece, il pacchetto difensivo a tre visto all’opera a Cosenza e composto da Mantovani, Migliorini e Gigliotti. Passando al dato extracalcistico, sono in stato d’allerta le Forze dell’Ordine per l’arrivo di 400 tifosi pescaresi. Piazzati i containers, chiusa la metro e le strade attorno all’Arechi. Solita war zone, insomma.