Ruggi, un ospedale ormai allo sfascio: pronto soccorso tra lavori e caos - Le Cronache
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Ruggi, un ospedale ormai allo sfascio: pronto soccorso tra lavori e caos

Carenze di personale e di strutture e mezzi. L’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona è in profonda sofferenza. I sindacati di categoria e i lavoratori stessi denunciano la gravissima situazione in cui versa il nosocomio salernitano alle prese con fondi non stanziati, infermieri e medici che non ci sono perché tutti i tipi di assunzioni sono bloccate (ma solo a Salerno, perché al Pascale ed al Santobono di Napoli assumono e come) e reparti e apparecchiature ormai al collasso. Un esempio su tutti è quello del pronto soccorso del Ruggi: con un picco di circa 300 accessi quotidiani, ci sono lavori di ristrutturazione interminabili e che vanno a rilento ed è spuntata persino una grondaia interna. Tempi di attesa in corsia che arrivano perfino ai due giorni tra i corridoi del pronto soccorso cittadino, punto di riferimento per tantissimi pazienti provenienti da tutta la provincia di Salerno. In chirurgia pediatrica non va certamente meglio, come denuncia il segretario generale dell’Anaoo, Rolando D’Elia che, in quel reparto ci lavora. Liste d’attesa che oscillano tra i sette e gli otto mesi, mancanza di spazi operatori e sia di chirurghi ed anestesisti. Per 14 posti letto, ci sono soltanto otto operatori della sanità. Il tutto in quello che è l’unico reparto di chirurgia pediatrica dell’intera provincia di Salerno. Per quanto riguarda, invece, gli anestesisti del Ruggi, su una forza lavoro necessaria di oltre 60 unità, ce ne sono, allo stato, meno di 40. 
Per non parlare, poi, dell’atavico problema del reparto infettivi: lì, invece, come spiega il dottor Luigi Iapicco del Cimo Asmd, c’è un ascensore chiuso da mesi e i malati, contagiosi, sono costretti a passare per i corridoi.
Sono stanchi i medici, gli infermieri, i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati tutti che hanno lanciato l’ennesimo grido d’allarme sulle condizioni del Ruggi, chiedendo anche attenzione da parte del direttore generale Elvira Lenzi con il ripristino dei corretti rapporti con le forze sindacali. Queste ultime rimproverano, allo stesso tempo, una gestione della sanità assolutamente napolicentrica: dei 150 milioni di euro che sarebbero dovuti finire nelle casse del Ruggi all’atto dell’annessione degli altri quattro plessi ospedalieri, allo stato e solo dopo la mobilitazione proprio dei sindacati, ne sono stati sbloccati circa 90. 
Ma soprattutto, le organizzazioni sindacali, chiedono al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, di concerto con il Rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, di nominare entro i prossimi sette giorni, il nuovo manager dell’azienda, chiunque esso sia, ed anche i direttori sanitario ed amministrativo del Ruggi che, quasi un anno di distanza dalla nomina di Elvira Lenzi, non sono stati ancora designati dal manager in carica. Un punto di partenza, questo della nomina del trittico dirigenziale insieme a quello della dotazione organica, che, spiegano i sindacati, «sono il presupposto della risoluzione di numerosi punti critici» quali la carenza di organico medico ed infermieristico nei 5 plessi, la riorganizzazione delle unità operative, la stabilizzazione dei precari, l’ammoderanmento delle apparecchiature, la reale integrazione tra Università e Azienda ospedaliera. Il tutto per garantire il personale, ma soprattutto i servizi alla comunità.

 

5 aprile 2013