Ruggi, si chiede aiuto anche al Prefetto: «Convocate Caldoro e Morlacco» - Le Cronache
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Ruggi, si chiede aiuto anche al Prefetto: «Convocate Caldoro e Morlacco»

Lavoratori, sindacati e istituzioni. Le firme ci sono tutte in calce al documento inviato al Prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone, e spedito direttamente dagli uffici occupati della direzione del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Continua la protesta del personale medico ed infermieristico del nosocomio cittadino, iniziata nella giornata di lunedì e proseguita anche ieri, con la presenza di lavoratori e sindacati negli uffici vuoti dell’amministrazione del Ruggi. Ora, nella loro lotta, hanno un alleato in più: i consiglieri regionali Anna Petrone, Gianfranco Valiante e Dario Barbirotti, firmatari del documento unitario inviato al Prefetto di Salerno con cui viene richiesto un incontro volto a risolvere il vuoto amministrativo e le grandi criticità vissute dal Ruggi. I tre sono stati gli unici consiglieri regionali a rispondere all’appello di sindacati e lavoratori in protesta, nonostante l’invito fosse stato esteso a tutti i salernitani di palazzo Santa Lucia. La condizione è una: che al tavolo di crisi che dovrà essere aperto in sede prefettizia dovrà esserci il commissario ad acta Stefano Caldoro o il suo più prossimo delegato, il sub commissario Mario Morlacco. L’intento dei sindacati è quello di coinvolgere anche il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, perché, come spiega Margaret Cittadino della Cgil fp sanità «in qualità di sindaco è il primo responsabile della salute dei suoi cittadini». Le criticità sono innumerevoli, a partire dal pronto soccorso: «300 accessi giornalieri – dice ancora Cittadino – con soli 7 operatori. Sta per avvicinarsi anche il periodo dell’emergenza estiva e stanno per chiudere dei reparti per mancanza di personale che tra poco andrà via. Non possiamo aspettare che Caldoro si liberi di Pasquino per poter nominare il direttore generale del Ruggi. Questa nostra occupazione è estremamente simbolica perché stiamo occupando delle stanze, di fatto, vuote».
Sulla posizione ballerina di Elvira Lenzi ha ironizzato Carmine De Chiaro, segretario del Sampi: «E’ diventata anche lei una precaria in cerca di stabilizzazione, ormai. Probabilmente non ci si rende conto alla grave situazione vissuta e al peggioramento della stessa al quale stiamo andando incontro. Siamo pronti ad alzare il tiro della protesta e a fare le barricate». Dura la posizione di Lello Albano, della Uil medici, che sottolinea come ci sia «la necessità di utilizzare lo stesso trattamento per la sanità salernitana e quella napoletana. Lì gli ospedali possono assumere, qui no».
Oggi, alle 12, il direttore Lenzi incontrerà i sindacati per discutere dell’emergenza – urgenza, ma la protesta continuerà fino ad esito soddisfacente, se ci sarà, della riunione.

 

Il Pd presenta la sua ricetta per salvare la sanità salernitana. Le proposte del Pd per tirar fuori la sanità salernitana dalla «situazione comatosa» in cui ora si ritrova. Ieri mattina, i consiglieri regionali Anna Petrone e Gianfranco Valiante, insieme al segretario provinciale del Partito democratico, Nicola Landolfi, hanno presentato le loro idee per salvare la sanità in provincia di Salerno e che sta coinvolgendo tutti i presidi della provincia. La causa, secondo gli esponenti del Pd, è da ricercarsi nell’attuale gestione della sanità a livello regionale e provinciale. Tanto che Valiante, Petrone e Landolfi, chiedono una totale revisione dei management di Asl e Ruggi, con l’affidamento degli incarichi a persone competenti. Tradotto: Squillante, più di metter mano ai conti, non può fare perché di sanità non è esperto. Così, come, per quanto concerne il Ruggi, il nuovo manager «dovrà essere scelto tra i tanti altissimi profili professionali che ci sono a Salerno e provincia, tra cui anche Raimondo Pasquino» – ha detto Gianfranco Valiante.
Nell’immediato, gli esponenti del Partito democratico, chiedono l’elaborazione di un atto aziendale, da parte dell’Asl di Salerno, che sia condiviso con la conferenza dei sindaci e delle organizzazioni sindacali ed un piano di emergenza-urgenza che sia sperimentato sul territorio, con piena sinergia tra Asl e Azienda ospedaliera. In secondo luogo, chiedono che si giunga al più presto ad una riorganizzazione della rete ospedaliera e che vi sia maggiore integrazione tra sanità pubblica e sanità privata, evitando concorrenza e scompensi in favore delle strutture private, con queste ultime che contribuiscano alla riduzione della mobilità passiva in provincia di Salerno. Maggiore integrazione dovrà poi esservi tra i grandi ospedali e i vari distretti dislocati sui territori, in modo da rendere più capillare la rete di assistenza, con una rivalutazione della funzione della medicina di base e dell’assistenza domiciliare integrata. Infine, che si ponga fine ai cinque anni di gestione commissariale della sanità in Campania, restituendo ai territori le proprie competenze, basate su una precisa e chiara conoscenza delle rispettive criticità.
Le proposte del Pd saranno portate all’attenzione dei territori con una serie di incontri ad hoc che riguarderanno diverse zone della provincia.
Una situazione che ha un minimo comune denominatore: le scelte politiche. «In questo quadro disastroso – dice Valiante – Caldoro dorme sonni tranquilli e non si occupa dei reali problemi e pensa solo a nominare senza merito direttori generali incompetenti in materia».
«E’ veramente triste – dice Anna Petrone – vedere come viene affrontata la sanità, dove al centro c’è ormai l’interesse politico e non più l’interesse del paziente». Per il segretario Landolfi, ad esempio, il manager dell’Asl, Antonio Squillante, procede a «chiudere gli ospedali “a capocchia”, per ritorsione nei confronti dei territori non allineati e senza un serio piano dell’emergenza. Sono vent’anni che andiamo ripetendo le stesse cose, sia con il centro sinistra che con la destra: La sanità è diventata completamente politicizzata; la politica in Campania ha invaso la sanità».

 

24 aprile 2013