Oggi il mio amico Rocco Olivieri festeggia i suoi 80 anni, a Santa Teresa, uno dei posti a lui più cari insieme al campetto del Rione De Gasperi, il Vestuti e naturalmente l’Arechi. Si perché lui è un tifosissimo vecchio stampo, con la grande passione del calcio e dei granata. Rocco fa parte di quella generazione di allenatori delle squadre dilettanti che si sfidavano sui campi polverosi del Settembrino di Fratte, e qui mi piace ricordare il vecchio custode Mario e il campo Volpe gestito da don Raffaele Guadagno, papà di quel Tonino che era un signor giocatore. Era la generazione del mitico Toti, che allenava tra una corsa di autobus e l’altra, di Ciro Botta e la sua Frattese, mister Ciacione e tanti altri. Mi scuso per le immancabili dimenticanze. Poi dai grandi passò ai ragazzi con la sua Nuova Salerno e-siamo negli anni 80- compie un piccolo capolavoro, iniziato dal presidentissimo della Libertas Viscido. La zona orientale era priva di spazi sportivi, c’era questo terreno su cui proprio i ragazzi del Presidentissimo, si allenavano e giocavano tra nuvole di terra ed erbacce. Ma a quei tempi quello che contava ero lo spirito, la voglia di trasformare ogni spazio in un campetto di calcio. E così a Santa Margherita, grazie al bar London, d’estate si organizzava un tiratissimo torneo dei Bar, alla Ciampa di Cavallo prima del terremoto si disputavano partite su partite. A Mariconda chi non ricorda liberato e la sua Stella Marys, quel terreno della chiesa trasformato in campetto dove si allenava anche la Lampara di peppe ‘a Seccia. Il De Gasperi proprio grazie a Rocco Olivieri, dipendente comunale a tempo perso, piano piano e con l’aiuto di Mario “pupacchiella”, fu trasformato in un vero e proprio campo per le giovanili. E da lì, custode per acclamazione, riuscì anche a costruire la sua bella squadretta di calcio, e qui mi tocca ricordare Michele a’ zeppola, con cui collaborava e litigava sempre. Tempi belli dove i ragazzi volevano giocare a calcio, non pensavano ai telefonini e ai computer, ma solo a divertirsi. La domenica, però era sacra, c’era la Salernitana che lui seguiva durante la settimana con il suo club granata Somma, e quando giocavano i granata era in prima linea. Sempre sul terreno di gioco, all’ingresso degli spogliatoi a seguire le partite, presente nell’ affollata e disordinata sala stampa del Vestuti dietro l’immancabile telecamera. E naturalmente qualche trasferta l’abbiamo fatta insieme. Come quella drammatica (campionato 1988-89) di Pesaro dove la Salernitana di Peppino Soglia e di Ago rischiava grosso. Da Soldo a Pasinato per finire a Leonardi. Con Rocco al mio fianco sugli spalti per l’immancabile radiocronaca, i guai per i granata iniziarono subito con i padroni di casa che passarono subito in vantaggio. Poi Zennaro mise le cose a posto ma la posta in palio era altissima e la tensione era alta. Fino a quando a 4 minuti dalla fine un grande gol di Di Battista lancia la Salernitana alla vittoria e nel porto tranquillo della classifica. Il manipolo di tifosi granata al mio fianco fece festa grande. E il buon Rocco? Disteso per terra sui gradoni dello stadio. L’emozione era stata troppo forte. Fu trasportato negli spogliatoi granata e soccorso da Bruno Carmando e dal medico sociale, con Peppino Soglia preoccupatissimo. Rocco si riprese, festeggiò con la squadra la vittoria e non volle andare in ospedale. La paura fu grande ma tutto andò bene. Gli aneddoti sono tanti, ma ora è giusto festeggiarlo e ringraziare il Centro di coordinamento che ha organizzato la manifestazione.
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