Ritrovarsi al Ravello Festival - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Ritrovarsi al Ravello Festival

Ritrovarsi al Ravello Festival

Domani sera il taglio del nastro della LXIX edizione sul belvedere di Villa Rufolo. Protagonista torna unicamente la grande Musica

 

Ravello è da sempre una raffinata miscela di bellezze naturali, memoria storica e modelli culturali che permettono la costruzione di basi per una società consapevole, che sappia salvaguardare la Bellezza. Tutti, organizzatori, musicisti, e soprattutto, noi, il grande pubblico del Ravello Festival, abbiamo il dovere di esaltare tutto ciò, sostenendo la pausa creativa, la riflessione, il dialogo, tra quanti, in ogni stagione ascenderanno in questi meravigliosi luoghi. Il Ravello Festival è una gemma rilucente della nostra tradizione culturale, con le sue 69 edizioni, cartelloni d’eccellenza  che hanno visto passare il bel mondo della musica e delle arti tutte, per i luoghi storici della perla della costiera, tra Villa Rufolo l’Auditorium Oscar Niemeyer, che ha già segnato un ferace pezzo di storia delle produzioni della Fondazione Ravello. Emozione palpabile lo scorso anno, quando si è ripartiti in presenza, con grande accortezza, proprio dal sublime belvedere a getto sul mare, sul quale ci ritroveremo anche quest’anno, con maggior consapevolezza e godimento. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e, quindi, quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Il Ravello Festival ha da sempre determinato una cosa come cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, l’esistenza razionale, e, quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”. Uno spazio che può considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, immagine, movimento, che diventa di-segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che, riprenderà a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, che porterà tutti noi , a “fare parte della scena”, al fianco dei protagonisti.