Ristoratori, il piatto piange “Perdite per oltre il 50%” - Le Cronache
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Ristoratori, il piatto piange “Perdite per oltre il 50%”

Ristoratori, il piatto piange “Perdite per oltre il 50%”

di Monica De Santis

Si sono ritrovati ieri mattina intorno alle 11.30 a piazza Amendola, un gruppo di commercianti, principalmente ristoratori, appartenenti all’Associazione Commercianti per Salerno, per una manifestazione silenziosa di protesta a seguito delle dichiarazioni della vice ministra Laura Castelli che nei giorni scorsi aveva affermato che se “i ristoratori sono in crisi è meglio che cambiano mestiere”. Ma la manifestazione non era solo contro le dichiarazioni della Castelli ma anche contro le istituzioni, che poco hanno fatto e poco stanno facendo per evitare il fallimento di molte attività. Così a Salerno, così come in molte altre parti d’Italia l’associazione che conta più di 50mila iscritti ha redatto una serie di proposte rivolte alle amministrazioni pubbliche proprio per evitare il fallimento delle loro attività. Gli iscritti all’associazione chiedono in particolare l’elaborazione di un nuovo contratto di lavoro meno vincolante, legato alla premialità per stimolare maggiormente i dipendenti con il sistema della retribuzione incentivante. Ed ancora si chiede il reinserimento voucher con procedura semplificata ed accesso digitalizzato, la riforma della legge Bersani, con la richiesta di requisiti professionali acquisiti per accedere alle aperture di attività di qualsiasi settore. Ma non è tutto si chiede anche la possibilità di utilizzare i fruitori del Reddito di Cittadinanza come bonus per le attività che decidono di assumere nuovo personale, la possibilità da parte del ristoratore in caso di contagio interno di sottoporre tutti i propri collaboratori a test rapidi, con risposta rapida e riapertura della propria attività, dopo opportuna sanificazione dei locali. La rottamazione al 30% sulle cartelle esattoriali con abolizione di sanzioni e diritti, prolungamento delle dilazioni su avvisi bonari portando le scadenze da 5 a 10 anni e sulle cartelle esattoriali da 6 a 10 anni. E in ultimo si chiede anche l’abolizione della burocrazia per inoltro delle richieste di credito d’imposta, con concessione automatica inpresenza dei requisiti, l’abolizione di tutti i tributi locali fino al 31 dicembre del 2021 e la contribuzione su D.P.I. e dispositivi sanitari al 100% di credito d’imposta e non al 60% come è attualmente. “Abbiamo deciso come sede di Salerno dell’associazione di manifestare pacificamente questa mattina (ieri per chi legge, n.d.r.) – afferma Armando Pistolese di Tozzabancone in via Duomo, per mostrare il nostro dissenso non solo nei confronti della vice Ministra che con le sue dichiarazioni ha offeso tutta la categoria, ma anche contro il Governo che non ha mantenuto quanto era stato promesso durante il lockdown. E’ giusto che si sappia che non vi è stato nessun prolungamento delle scadenze così come annunciato nei vari decreti, che non ci sono state date nessun tipo di agevolazioni fiscali e soprattutto che molte aziende del campo della ristorazione non hanno potuto accedere ai prestiti perché la burocrazia e i sistemi bancari hanno messo paletti che il governo non ha fatto togliere. La situazione che stiamo vivendo a Salerno è la stessa che si sta vivendo in tutte le città italiane. Siamo ripartiti, ma stiamo ancora lontani dal ritorno alla normalità. Attualmente quello che pesa di più sulla nostra economia è la mancanza di turisti. Abbiamo perdite che vanno dal 40 a 50% in meno rispetto allo scorso anno. Se la situazione non cambia, se non ci danno una mano, in molti saranno veramente costretti a chiudere e questo nessuno di noi lo vuole. Noi chiediamo solo che ci aiutino a superare questo momento.